STRASSOLDO
. Questa famiglia che ebbe feudo dalla chiesa d'Aquileia compare la prima volta fra i fideles (feudatari liberi) il 7 aprile 1126 con un Lodovico di Lavariano in un documento. Un altro Lodovico nel 1211 cominciò a chiamarsi de Strasho (poi Strassoldo), quando prese dimora nell'omonimo castello, reso forte dalle acque che lo circondavano, fra Cervignano e Palmanova. Questa famiglia compare fra quelle libere che si ribellarono al patriarca Bertoldo di Andechs per assoggettarsi al comune di Treviso il 15 settembre 1219 ed Artico di Strassoldo mise in pegno il suo castello. Tuttavia assai presto qualche membro della famiglia aveva ottenuto anche feudi ministeriali, come quel Bernardo che in un documento di Filippo re di Germania compare come "vassallo della Chiesa d'Aquileia e ministeriale della stessa Chiesa" (6 ottobre 1207). Partecipò sempre al parlamento friulano nella classe dei nobili fra i fideles et ministeriales, come partecipò a tutte le vicende del Friuli durante il regime patriarcale; il 19 maggio 1420 essa si collegò (cioè si sottomise) con Venezia conservando i suoi feudi che comprendevano, oltre Strassoldo, Mortegliano, Lavariano e altre ville nella pianura friulana, sulla quale esercitava particolari diritti giurisdizionali derivati dalle antiche usanze feudali. Nella partizione del Friuli dopo le guerre dei primi decennî del Cinquecento, Strassoldo rimase nel territorio dell'arciduca d'Austria; una parte degli Strassoldo volse le sue preferenze da quella parte e si comprende come durante la guerra di Gradisca (1616-1617) Rizzardo di Strassoldo difendesse la fortezza di Gradisca contro i Veneziani con indomito valore. Dopo che il 16 luglio 1626 Ferdinando II ebbe costituito come principesca la contea di Gorizia, si adoperò a crearvi una corte e in essa gli Strassoldo nel 1631 ebbero l'ufficio ereditario di capocaccia; poi il 25 agosto 1664 ebbero il titolo di conti, il 5 luglio 1685 anche quello di nobili di Ungheria; titoli che furono loro confermati il 29 agosto 1818.
Speciale menzione meritano: Enrico che fu vescovo di Concordia dal 10 novembre 1409 al 25 novembre 1432; e Panfilo che fu fra i famigliari di Paolo III, governatore di Campania e Marittima (1541), arcivescovo di Ragusa dal gennaio 1544 sino alla morte, avvenuta nel luglio 1545.
Bibl.: P. Paschini, Storia del Friuli, II e III, Udine 1935-36, passim; V. Joppi, opuscolo per nozze S.-Gallici, ivi 1879; Memorie stor. Forogiul., XXIII (1927), p. 109 segg.; per Panfilo, G. di Porcia, Descrizione della Patria del Friuli, Udine 1897, p. 43 seg. Per gli stemmi i titoli e i rami presenti della famiglia, cfr. V. Spreti, Encicl. storico-nob. it., Milano 1932, VI, p. 488 segg.