strata maior
È a Bologna il tratto orientale urbano della via Emilia, tra piazza Ravegnana - dove si trovano le torri Garisenda e degli Asinelli - e porta Maggiore.
D. cita questa strada (VE I IX 4) per designare la parte centro-orientale della città, i cui abitanti aliter... locuntur rispetto a quelli Burgi sancti Felicis, quartiere del settore occidentale di Bologna.
Non sembra che in questo passo D. abbia inteso specificamente evidenziare, come sostiene il Marigo, una " differenza tra la lingua urbana e il centro cittadino (Stratae Maioris) e quella plebea fuori mura (Burgi Sancti Felicis) "; e ciò anche a voler tenere nella debita considerazione l'altro passo del De vulg. Eloq. (I XV 6) in cui D. segnala la diversità del volgare usato dai poetantes Bononiae - Guido Guinizzelli, Guido Ghislieri, Fabruzzo, Onesto e altri - da quello usato a mediastinis Bononiae, caratterizzato da una ‛ laudabilis suavitas ' che lo rende superiore a tutti gli altri volgari municipali, e purtuttavia ben lontano dal volgare quod aulicum et illustre vocamus.
Anche se per D. il miglior volgare bolognese è chiaramente quello degli abitanti del centro cittadino, dei ‛ mediastini ' (ma si noti che la Strada Maggiore percorre mezza città, dal centro alla periferia, e che pertanto l'indicazione topografica abbraccia un ambito assai più ampio di quello significabile con ‛ mediastini '), contrapponendo la lingua di un borgo, dunque di un nucleo cittadino aggiunto, a quella di una strada compresa nella più antica cerchia di mura, il poeta ha inteso dichiarare semplicemente una differenza formale prescindendo da un qualunque giudizio di qualità. Non a caso, infatti, egli si attiene alla genericità di un avverbio come aliter; come non a caso certamente sceglie due luoghi di Bologna non soltanto topograficamente opposti, ma costituenti i tratti occidentale e orientale della via Emilia all'interno della città: opposizione che nella sua estrema particolarizzazione geografica riprende in contrappunto le altre coppie di toponimi opposti precedentemente istituite (‛ dextra ' e ‛ sinistra ' d'Italia, Paduani e Pisani, Mediolanenses et Veronenses, Romani et Florentini, Neapolitani et Caetani, Ravennates et Faventini), e mediante la quale D. intende evidenziare l'estremo frazionamento cui il volgare, diverso all'interno della medesima città, può giungere.
Sulle probabili ragioni della scelta ‛ esemplare ' di bologna e sulle diversità sostanziali delle due parlate, v. BOLOGNA: lingua.