STRATEGHI (Στρατηγοί)
Rappresentanti del potere esecutivo e militare nelle magistrature dell'antica Grecia. Ad Atene gli s. furono istituiti da Clistene alla fine del VI sec. in numero di dieci (originariamente uno per ogni tribù). La carica, che durava un anno, permetteva di assumere un predominio politico eccezionale essendo gli s. indefinitivamente rieleggibili. Pericle fu stratega dal 454 al 430 a. C.; Focione fu eletto, sembra, quarantacinque volte. Il periodo di massimo fiorire della magistratura inizia in Atene dopo le guerre persiane e termina con la battaglia di Cheronea. La carica era molto lodata ed ambita (Isocr., De pace, 54; Xen., Mem., iii, 5; Theophr., Charact., v, 7).
Gli autori antichi ricordano la dedica di numerose statue di s. ad Atene: queste dediche debbono essere intese, in generale, non come volute dalla cittadinanza, ma come ex voto degli stessi s. nei santuarî. Statue di s. erano nell'agorà, avanti al cosiddetto strateghèion: forse queste debbono essere interpretate come dediche pubbliche (il primo s. onorato dalla cittadinanza con una statua di bronzo, al principio del IV sec. fu Conone: Demosth., c. Lept., 70, p. 478).
L'uso delle dediche di statue di s., sia pubbliche che private, determinò la formazione e la canonizzazione di un preciso tipo iconografico. Gli s. erano rappresentati stanti, con un mantello sulle spalle, in nudità eroica, la lancia posata su una spalla, l'elmo corinzio rialzato sulla fronte, la barba e le chiome lunghe. A volte, quando avevano partecipato ad avvenimenti di guerra, in particolare in statue del IV sec., erano rappresentati in combattimento. Alcune raffigurazioni su gemme, monete, bronzetti, documentano il tipo statuario che, iniziato attorno al 490 a. C., termina nella seconda metà del IV secolo (v. ritratto).
Un esame del tipo deve essere limitato alle sole teste degli s., tutte conservate in repliche di età romana, quando le statue (che non ci sono pervenute) furono copiate e adattate ad erme.
Il ritratto più antico di s., può essere datato tra il 490 e il 480 a. C. In esso gli elementi della iconografia del tipo sono già definiti. L'originale, che appartiene a scuola attica, dovè essere abbastanza famoso (ne sono conservate tre copie): A. Furtwängler propose di identificarvi Milziade (v.); l'attribuzione non è stata confermata e il ritratto di quello al quale, così come a Temistocle, furono negati monumenti onorarî, ci è conservato in un diverso tipo iconografico. I motivi di confronto con le sculture del tempio di Aphaia ad Egina sono limitate alla iconografia più che allo stile della scultura.
Alla metà circa del V sec. deve essere datato un ritratto conservato in una copia, identificato come Cimone. La scultura, di ambiente attico, forse di scuola mironiana, mostra di allinearsi nella tradizione iconografica documentata dal tipo precedente.
Con il ritratto di Pericle (v.), dedicato sull'Acropoli e conservato attraverso numerose copie, si nota un primo tentativo di caratterizzazione fisionomica. Attraverso un processo di altissima idealizzazione il volto di Pericle è assorbito nella tipologia dello s.; brevi notazioni fisionomiche, notate dalle fonti antiche, servono a individualizzare il personaggio.
Alla fine del V sec. appartiene un ritratto documentato da sei copie. Il personaggio è stato diversamente identificato: Alcibiade, Conone, Ificrate, Lisandro, Xantippo; la scultura appartiene alla generazione successiva a quella di Pericle. Il rendimento del marmo, di tradizione partenonica, mostra un acceso colorismo, tipico dell'ultima produzione e della scuola di Fidia.
Alla prima metà del IV sec. appartiene un tipo documentato da una serie di copie, nelle quali si è voluto riconoscere Focione (v.). La copia migliore è caratterizzata da una intensa pateticità nel volto, sottolineata dalla bocca dischiusa. La figura, come dimostra la torsione del collo, doveva mostrare il personaggio forse in combattimento.
Un ritratto a Copenaghen, copia romana anch'esso, attribuito ipoteticamente a Focione (morto nel 318 a. C.), mostra la iconografia degli s. allineata secondo i canoni del classicismo attico del terzo venticinquennio del IV sec. a. C. Una testa a Berlino documenta l'influenza dell'arte lisippea sul tipo iconografico.
Un problema a parte presenta una testa nel museo di Messina (v.) che, pur richiamando la tipologia degli S. del secondo venticinquennio del V sec., potrebbe essere intesa, a causa del trattamento arcaizzante, come una creazione di età ellenistica (quando il titolo di stratega ebbe nuova importanza in concomitanza con la fortuna delle leghe).
I ritratti di Milziade (v.) e di Temistocle (v.), sia per la loro discussa cr0nologia, sia perché, pur allineandosi per alcuni elementi con la tipologia degli s., se ne distaccano in altri fondamentali (tra i quali la mancanza dell'elmo), non possono essere discussi con gli altri. Con l'ellenismo alla tipologia degli s. si sostituisce quella dei dinasti che ha come base l'iconografia di Alessandro Magno definita da Lisippo. Il tipo del dinasta, insieme a quello del filosofo (v.), condiziona qualsiasi ulteriore creazione iconografica del mondo antico.
Aver contenuto i caratteri individuali dei personaggi rappresentati entro uno schema iconografico indicativo di una precisa categoria morale, apportando contributi di ordine stilistico sempre diverso nelle varie epoche, ma che non turbano la sostanziale unità del tipo iconografico, è l'elemento più interessante della iconografia degli strateghi (v. ritratto).
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