strategia
Consapevolezza con cui, in un determinato contesto, un individuo compie le proprie scelte e azioni. Il termine deriva dal greco e fa riferimento all’idea di comando.
Si definisce s., nella teoria dei giochi, il piano di azione di ciascun giocatore, ovvero il set di azioni disponibili date le circostanze e le regole del gioco. In ogni momento, l’insieme delle azioni compiute da ogni giocatore è detto profilo di strategie. Quando è possibile determinare in modo completo le azioni di un giocatore nelle diverse circostanze, allora la sua s. si definisce pura. In caso diverso, sarà possibile definire solamente una s. mista o distribuzione di probabilità sulle s. pure a disposizione del giocatore. Il risultato della combinazione delle diverse azioni dei singoli giocatori è un equilibrio di Nash (➔ Nash, John Forbes), cioè una soluzione in cui la situazione di ognuno non può migliorare senza peggiorare quella altrui. Quando per un giocatore una s. è la migliore indipendentemente dalle scelte degli altri giocatori, allora quella s. si dice dominante. L’intuizione alla base dei giochi non cooperativi, infatti, è che un giocatore formuli la propria s. a partire dalla migliore s. che gli altri giocatori adotteranno in ogni momento o condizione del gioco. Per questo motivo assumono particolare rilevanza le informazioni di cui un giocatore può disporre. Quando le informazioni sulle caratteristiche dei partecipanti sono incomplete il gioco si definisce bayesiano.
Con s. si intende, all’interno delle scienze aziendali, l’insieme delle scelte e delle azioni, coordinate e coerenti, operate all’interno dell’azienda al fine di conseguire un obiettivo predeterminato che riguarda una parte o tutte le aree aziendali. La formulazione della s. avviene dopo un’attenta valutazione delle alternative considerate possibili in relazione all’ambiente (economico, sociale, normativo) in cui opera l’azienda; la sua elaborazione consiste nell’individuazione di un piano definito in base agli obiettivi (determinati dall’enunciato strategico) e alle modalità di attuazione. Uno degli schemi interpretativi più noti è quello proposto all’inizio degli anni 1980 da M.J. Porter e basato su 3 tipologie strategiche principali: leadership di costo, differenziazione e segmentazione del mercato. Nel corso degli anni 1990, gli strumenti di supporto al management per mettere a punto s. efficaci hanno subito una notevole evoluzione. Questo grazie a diversi fattori quali, per es., la disponibilità di dati e informazioni dettagliate in tempo reale sull’impresa e sull’ambiente in cui opera, la capacita di elaborazione di dati e informazioni, la disponibilità di strumenti modellistici per l’analisi delle situazioni, la simulazione delle possibili evoluzioni del sistema, la scelta delle soluzioni migliori da adottare nei vari contesti.
Si definisce s., nell’ambito della politica economica, un piano coerente di azioni elaborato dal policy maker. Tale s. si dice efficace quando i risultati soddisfano gli obiettivi predeterminati. Tuttavia, fattori quali la complessità, la scarsità di informazioni e la casualità di eventi al di fuori del controllo del policy maker possono ridurre le possibilita di definire s. efficaci, come messo in evidenza tra gli altri nei contributi di A. Hirschman.