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STRATEGIA

di Paolo SUPINO - Enciclopedia Italiana - III Appendice (1961)
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STRATEGIA (XXXII, p. 823; App. II, 11, p. 916)

Paolo SUPINO

L'evoluzione della strategia. - L'evoluzione in atto della strategia può essere espressa con l'enunciazione delle tesi strategiche che oggi si possono ritenere con fondamento in formazione in rapporto con quelle in onore alla fine della seconda guerra mondiale. Le linee essenziali delle tesi in formazione possono essere riassunte: 1) disponibilità di una potenza d'azione sempre più considerevole (siano le armi convenzionali od atomiche), sino a dovere essere ormai considerata sovrabbondante: di qui una sua crescente incidenza su forme e su risultati: gli schemi operativi divengono concettualmente molto semplici e sono posti in atto mediante sequenze brevi di azioni energiche, di attuazione rapida, di effetti considerevoli; 2) tendenza, data l'efficacia delle azioni particolari, a conseguire risultati di portata strategica con sistemi di forze di ordine gerarchico considerato sino al recente passato di piano tattico: di qui il frequente sconfinamento della s. neì quadri tattici, con sensibile obliterazione, se pure parziale, di concezioni tattiche acquisite; 3) eliminazione graduale di una s. terrestre e di una s. navale a sé stanti, per il consolidarsi di una s. aeroterrestre e di una s. aeronavale, promessa di un'ormai prossima s. globale aero-terrestre-marittima.

Dànno affidamento in proposito le funzioni di grandissimo rilievo che già nella fase attuale vanno assumendo l'ambiente aereo e le armi che gli sono tipiche (forze aeree e telearmi), talché sono divenute ormai un nonsenso concezioni di s. puramente terrestre o di s. puramente navale, cioè impostate rispettivamente sull'azione esclusiva di mezzi terrestri o di mezzi navali.

A sottolineare la situazione si aggiunge che le azioni specifiche complesse di manovra, che si potevano configurare sino al recente passato in qualità di episodî salienti di cicli operativi terrestri o navali, come la manovra aeroterrestre o la manovra aeronavale, sono oggi dilatate in operazioni di guerra aeroterrestre in ambienti continentali, e perciò in fasi di guerra continentale, ed in operazioni di guerra aeronavale in ambienti intercontinentali, e perciò in fasi di guerra intercontinentale, con varianti peninsulari sulle cimose continentali ed insulari sugli spazî oceanici interposti.

Di conseguenza risulta sempre più fondata la previsione, nell'ipotesi di una nuova eventuale guerra in scala mondiale, di una fusione completa dei due ambienti di superficie, già nettamente distinti e con interdipendenze soltanto marginali, nell'unico spazio aereo che li sovrasta, uniforme e continuo su tutta la superficie del globo. Ivi si scontreranno mezzi che hanno le loro basi sulla terra e sul mare. La tesi convalida la congettura di componenti operative aeree predominanti.

Le circostanze brevemente prese in esame sinora si riferiscono ad una prassi di azioni dirette. In realtà è in formazione, ed il processo ha assunto già contorni assai netti, una prassi di azioni di nuovo tipo, che per contrapposto si possono dire indirette, da riassumere in esercizio di atti con finalità ostili, ma surrettizî, e più in generale, in aggressioni occulte, svolte contemporaneamente o anche a prescindere da ostilità dichiarate. L'adozione di linee d'azione subdole ha interessantì riflessi su metodi e su procedimenti strategici, sino ad autorizzare la congettura che si stia formando una tematica strategica inedita, probabilmente destinata ad esercitare considerevole influenza sugli avvenimenti dell'avvenire prossimo. Essa si preannuncia già come alterazione di quadri strategici considerati sinora classici, ma in realtà deve essere vista in azione soprattutto nei quadri più vasti nei quali l'evoluzione in corso porta ad operare la concezione strategica.

L'urto del progresso tecnologico. - Tra i molteplici fattori in azione, il più determinante è il progresso tecnologico, in termini di ridimensionamento di quadri e di facoltà, mediante la dotazione di armi nuove e la modificazione dell'ambiente operativo fisico ed umano. Ne sono effetti generali l'accelerazione dei ritmi d'azione (dinamismo delle operazioni), l'esaltazione degli effetti (potenza di azioni singole ed integrazione di potenza, ad ogni richiesta maggiore, per convergenza e per sovrapposizione di azioni), la maggiorazione dei bracci operativi (grandi raggi d'azione), per talune armi già di scala continentale e in procinto di adeguarsi alla scala planetaria. In questi termini gli interventi operativi divengono rapidi ed autorevoli, in altre parole sono presto decisivi. La guerra lampo si va trasformando in attacco fulmineo, dopo il quale è aleatoria qualsiasi previsione.

Naturalmente le accennate prerogative delle future azioni belliche, se sono il portato di situazioni generali formatesi in seguito a processi storici, non sono a disposizione di utilizzazioni estemporanee; al contrario, esse premieranno le preparazioni illuminate ed accurate, che devono essere perseguite non soltanto in qualità di garanzia di successo in vista di probabili confronti di potenza, ma per il fatto che la minaccia dell'azione fulminea è già operante prima di essere scatenata, cioè provoca effetti prima ancora che il confronto abbia luogo, perché chi è destinato ad esserne l'oggetto è costretto a dare per scontati i risultati di azioni potenti e imparabili. Viene così ad essere adombrata la visione di una s. di nuovo tipo, la s. delle azioni in potenza od anche la s. della minaccia, per chi la promuove, o della paura, per chi la subisce.

Un altro motivo di superamento di concezioni strategiche classiche è da vedere in un processo di trasformazione dell'armamento il quale ha assunto un ritmo assai rapido se fa assistere nel giro di anni a modificazioni di prestazioni più profonde di quelle maturate in passato con cadenze di secoli e che si traduce nella svalutazione periodica delle armi sulle quali le concezioni strategiche sono state imbastite. Esso tra l'altro costituisce la condanna dei grandi "stocks" di armi convenzionali e trasferisce a colossali organismi industriali le funzioni di arsenali dei popoli in guerra.

Probabilmente è utopia ritenere punto d'arrivo del processo accennato l'arma assoluta, perché un'arma del genere è dotata di un'assoluta facoltà d'inibizione dopo che è divenuta possesso di entrambe le parti in lotta, ma non è utopia la necessità del rinnovo periodico di grandiosi armamenti, la straordinaria potenza raggiunta dalle unità elementari, la conseguente riduzione di mole dei dispositivi operanti, certamente accentuata rispetto alle dimensioni raggiunte nelle due guerre mondiali, fatti che pongono in presenza di problemi organici e d'ordinamento relativi a ferme, specializzazioni, armi tradizionali, inquadramento, costituzione di unità e di grandi unità, che qui è sufficiente avere ricordati.

Importa invece sottolineare, in presenza di uno sforzo di preparazione molto ingente e da esercitare nei campi più disparati della vita dei popoli interessati, la crescente esigenza di chiamarvi a concorso tutte le energie vive, in vista dell'assolvimento d'incombenze d'estremo impegno, cui si affida in definitiva il destino delle nazioni, nelle qualì s'inserisce in misura sempre più emergente una difesa civile, in difetto della quale resterebbe insufficiente la preparazione generale più accurata.

Strategia militare e strategia politica. - I compiti di preparazione per la difesa degli stati e quelli di condotta operativa di coalizioni di stati e di stati coalizzati, già di competenza prima esclusiva e poi preminente di capi militari, sono divenuti materia d'alta attività di governi e responsabilità di uomini politici al massimo livello. I governi degli stati ed in primo luogo i loro capi sono i promotori ed i moderatori dello sforzo totale dei rispettivi paesi. La s., dopo avere invaso il dominio della tattica, adesso si estende in quello dell'azione politica. Quivi peraltro è l'azione politica che prende il sopravvento e permea la s. dei suoi postulati e dei suoi fini.

In funzione di queste circostanze si sta affermando una nuova e maggiore branca della s., la s. politica o grande s., col contenuto di prassi di governo degli stati in guerra od in previsione di una guerra. Si tratta di materia non codificata, né sinora sistematizzata, intessuta di genialità e d'esperienza politica più che di procedure consuete, di spiccata sensibilità di situazioni internazionali, che richiede nei suoi operatori elevate doti di personalità eccezionalmente provviste, piuttosto che la pratica dei canoni di una normativa di ardua concezione.

Gli indirizzi, dei quali si è messa in evidenza la novità, sono la prova della profonda modificazione subìta dalla concezione strategica. Oggi la s. non è più soltanto coordinatrice di battaglie in vista del conseguimento di fini di guerra, secondo la definizione del Clausewitz; essa è divenuta sintesi di attività su piani molto elevati, rivolte ad assicurare il superamento dei severi confronti di potenza imposti dalla dinamica di relazione tra gli stati. Nelle nuove funzioni essa si allontana dai metodi e dai procedimenti che le erano proprî, quando agiva in quadri prima esclusivamente e poi prevalentemente militari, ed assume metodi e procedimenti consoni ai nuovi compiti, ai nuovi ambienti ed ai nuovi orizzonti, soprattutto ai nuovi mezzi di cui viene a disporre ed ai nuovi scopi che questi rendono perseguibili.

Bibl.: E. J. Kingston-McGloughry, The direction of war, Londra 1955; J. Ehrman, Grand strategy, Londra 1956; H. A. Kissingen, Nuclear weapons and foreign policy, New York 1957; P. Supino, L'evoluzione del criterio d'azione decisiva in guerra, in Rivista Militare, n. 9, Roma 1958.

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