STRATOCLE (Στρατοκλῆς)
Oratore e uomo politico ateniese. Nacque di famiglia benestante e fervidamente democratica verso la metà del sec. IV a. C. Forse, partecipò al governo della repubblica durante il decennio di conquista dell'Asia da parte di Alessandro Magno. Certo, fu con Iperide tra i più veementi avversarî di Demostene, il primo a parlar contro lui dei dieci pubblici accusatori nel processo arpalico (324-23) e attivissimo pure durante la guerra lamiaca. Il rivolgimento costituzionale che nel 321 e nel 317 portò alla soppressione del governo del popolo, se gli permise di rimanere in Atene, tuttavia non gli consentì un'azione politica. Restituita Atene a libertà e a democrazia da Demetrio Poliorcete (307), St. fu partigiano fedelissimo di Demetrio, al quale, come ad Antigono Monoftalmo, volle si concedessero onori divini. Dopo la battaglia di Ipso (301), St. perdette il potere, ma lo riacquistò quando Demetrio riebbe Atene (295-294). Tuttavia, la politica del re macedone apparve diversa; e diversa fu, quindi, anche l'azione di St. Poiché Demetrio voleva instaurare la sua potenza sulla pacificazione e il livellamento dei partiti politici, St. fu pronto a votare onori al poeta comico Filippide, già suo avversario politico (primavera 292). Poi le notizie vengono a mancare; e non è infondata ipotesi che St. morisse prima della caduta del monarcato macedone di Demetrio Poliorcete. Eloquentissimo oratore, non abbiamo di St. che il testo di parecchi decreti da lui proposti all'approvazione del popolo. Fra questi, memorabile uno del 307, tributo di onore alla memoria di Licurgo.
Bibl.: J. Kirchner, Prosopographia attica, II, s. v.; Fiehn, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., IV A, coll. 269-271; G. De Sanctis, Contributi alla storia ateniese, in Beloch, Studi di storia antica, II, Roma 1893, p. 22 segg., 50 segg.; W. S. Ferguson, Hellenistic Athens, Londra 1911, passim. Per le relazioni di St. con Demetrio, è fondamentale l'iscr. pubbl. da W. B. Dinsmoor, The archons of Athens, Cambridge Mass. 1931, p. 7 segg. Per la parte avuta da St. nel processo arpalico, v.: G. Colin, in Rev. études grecques, XXXIX (1926), pp. 53-54.