Vedi STRATONICEA dell'anno: 1966 - 1997
STRATONICEA (Στρατονίκεια; Stratonicea)
Città in Caria, nella valle del Marsyas, le cui rovine sono state identificate a E dell'odierno villaggio di Eskihisar. Una ricca messe epigrafica e le fonti antiche (Strab., xiv, 658; Ptol., v, 2, 15) ci danno ampie notizie sulla intensa vita politica che si svolse a Stratonicea.
Fondata da Antioco I di Siria in onore della moglie Stratonice, figlia di Demetno Poliorcete, ebbe in sorte, per la sua posizione geografica, una storia convulsa essendo volta a volta passata dai Seleucidi ai Tolemei ad Antigono Dosone a Filippo V di Macedonia e sotto il dominio di Rodi (cfr. articolo dettagliato di Ruge, in Pauly-Wissowa, Iv A, col. 322 ss.). Ottenne di essere, e rimase, libera civitas all'atto della costituzione della provincia romana d'Asia. Dal 166 a. C. fino al regno di Gallieno è certo che coniò moneta. Fu anche attiva sede vescovile.
Le divinità che vi si veneravano maggiormente erano: Ecate, Zeus Panemèrios (o Panamàros), Zeus Chrysaorèus; ma non risultano ancora individuate rovine collegabili con gli eventuali luoghi di culto sacri alle divinità ricordate. Sono stati identificati alcuni edifici: il teatro, di cui rimangono sei gradini della cavea; il Serapeum, nella cui corte erano affissi i decreti della città; una porta monumentale, che faceva parte della cinta di S., situata di fronte al teatro; il Bouleuterion (?). Si suppone che in età imperiale sia sorto a S. un ginnasio, come suggerisce la evidenza epigrafica (cfr. C.I.G., 2719, i, 17 ss.).
Bibl.: R. Paribeni, in Enc. It., XXXII, 1936, p. 835; Ruge, in Pauly-Wissowa, IV A, 1931, col. 322 ss.; M. Poëte, La città antica, Torino 1958, p. 320; J. Delorme, Gymnasion, Parigi 1960, pp. 216-217; 246-247; J.-L. Robert, in Ann. Inst. Phil. Hist. Orient. et Slaves, XIII, 1953 (1955), p. 553 ss.; Imhoof-Blumer, Kleinasiatische Münzen, I, p. 152; Greek Coins of the British Museum, Caria, pp. LXVIII ss., 147; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 624.
(N. Bonacasa)
Iconografia. - Personificazione della città omonima. Appare raffigurata sulle monete della città, dell' età fra Gordiano e Gallieno, nell'aspetto di un busto femminile turrito.
Bibl.: Cat. Greek Coins, Lydia, Londra 1901, p. 285, 3; tav. 28, 8; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, p. 657.
(Red.)