strenna
Soltanto nella frase con cui D. commenta l'annuncio di Virgilio che gli rivelava ormai prossimo l'ingresso nel Paradiso terrestre, regno della vera felicità terrena: mai non furo strenne / che fosser di piacere a queste iguali (Pg XXVII 119).
Pietro intende s. come " mancias. Dicitur enim strenna, mancia, quae datur in principio Kalendarum "; così anche Benvenuto (" munera quae ‛ manciae ' appellantur "), Buti, Anonimo, Landino, Vellutello, Daniello, Venturi, Lombardi, Tommaseo. Soltanto la chiosa del Lana suona altrimenti: " cioè, novelle ". Ora il Barbi ha mostrato, con esempi tratti da Cavalca, Passavanti, fra Giordano da Rivalta, che, certo, s. valeva " dono ", " ma il ricever tal dono si prendeva anche come segno e annuncio di buona o cattiva fortuna " (" Bull. " XXV [1918] 65). Nel contesto dantesco, in effetti, ‛ annunzio ' torna meglio che ‛ dono '.