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strenna

di Domenico Consoli - Enciclopedia Dantesca (1970)
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strenna

Domenico Consoli

Soltanto nella frase con cui D. commenta l'annuncio di Virgilio che gli rivelava ormai prossimo l'ingresso nel Paradiso terrestre, regno della vera felicità terrena: mai non furo strenne / che fosser di piacere a queste iguali (Pg XXVII 119).

Pietro intende s. come " mancias. Dicitur enim strenna, mancia, quae datur in principio Kalendarum "; così anche Benvenuto (" munera quae ‛ manciae ' appellantur "), Buti, Anonimo, Landino, Vellutello, Daniello, Venturi, Lombardi, Tommaseo. Soltanto la chiosa del Lana suona altrimenti: " cioè, novelle ". Ora il Barbi ha mostrato, con esempi tratti da Cavalca, Passavanti, fra Giordano da Rivalta, che, certo, s. valeva " dono ", " ma il ricever tal dono si prendeva anche come segno e annuncio di buona o cattiva fortuna " (" Bull. " XXV [1918] 65). Nel contesto dantesco, in effetti, ‛ annunzio ' torna meglio che ‛ dono '.

Vocabolario
strènna
strenna strènna s. f. [lat. strēna «regalo di buon augurio», prob. voce di origine sabina]. – Dono che si fa a parenti, amici, conoscenti, o che una ditta fa a clienti o a dipendenti, in occasione di festività annuali: s. natalizie, pasquali,...
gettóne
gettone gettóne s. m. [dal fr. jeton, der. di jeter «gettare»]. – 1. a. Pezzo di metallo (generalm. rame o argento, più raram. oro o piombo), a forma di moneta, usato dapprima per eseguire conti, poi come contrassegno da scambiarsi in denaro...
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