GIBILTERRA, Stretto di (A. T., 43)
Stretto attraverso il quale le acque del Mediterraneo comunicano con quelle dell'Atlantico. Esso, nel punto più angusto, tra la Punta Canares e la Punta Cires, misura 13 km. di larghezza e 500 m. di profondità. La comunicazione tra il Mediterraneo e l'Atlantico subì, nel corso dei periodi geologici, modificazioni profonde. Nell'Eocene questa comunicazione avveniva attraverso lo stretto denominato Guadalquivir, che poi si chiuse nell'epoca dei movimenti alpini del Miocene e del Pliocene, mentre si aprì un altro stretto a sud del Rif. Dopo l'emersione di questo si stabilì l'attuale Stretto di Gibilterra.
Le ricerche oceanografiche nello stretto cominciarono circa un secolo fa, con le prime spedizioni di Dumont d'Urville (1826-29); seguirono le indagini di Carpenter, dell'amm. Magnaghi col Washington (1884), le crociere francesi del Travailleur, quelle dell'ammiraglio S. O. Makarov, del principe Alberto I, ecc. Le spedizioni norvegesi del Michael Sars, le danesi del Thor e del Dana furono oggetto di numerosi studî di Murray, Wolfenden, Hjort, J. Schmidt, Nielsen, Schott, e di altri, fino alle recenti di Rafael de Buen, dell'Istituto oceanografico spagnolo.
La salsedine delle acque mediterranee è maggiore di quella dell'Atlantico perché l'evaporazione della superficie del Mediterraneo non è compensata dalle piogge e dalle acque fluviali. D'altra parte la constatata costanza di salinità del Mediterraneo richiede una corrente entrante dall'Atlantico (meno salata) superficiale, che non s'inverte mai nonostante le maree, e una sottostante, più salata, uscente: la loro esistenza è nota dal 1865.
La temperatura del Mediterraneo decresce fino alla profondità di circa 350 m., rimanendo poi quasi stazionaria intorno a 13° fino alle maggiori profondità; la temperatura dell'Atlantico decresce con la profondità. La soglia sottomarina dello stretto costituisce pertanto una barriera che impedisce l'ingresso delle acque fredde dell'Atlantico. Alla profondità di 800 m., p. es., si trova a oriente dello stretto, nel Mar di Ponente, la temperatura di 12°,9 e una salsedine di oltre 38‰, mentre allo stesso livello a occidente la temperatura è di 10° e la salsedine minore del 36‰.
La corrente sottomarina attraverso lo stretto, non prosegue verso occidente, ma per l'azione deflettente della rotazione terrestre piega verso la sua destra, nel Golfo di Cadice, e poi verso NO., lambendo le coste spagnole e portoghesi. Verso il Capo Finisterre si trovano in profondità masse di acqua con 36‰ di salsedine, con un massimo a circa 1000 m., e il massimo di temperatura, circa 11°, a 700-800 m. di profondità. In una serie di stazioni di misure nel Golfo di Biscaglia fino a SO. dell'Irlanda si constatò l'esistenza, in profondità, di acque mediterranee.
Le velocità delle correnti inverse superficiale e profonda nello Stretto di Gibilterra sono soggette a variazioni periodiche dipendenti dalla marea. Inoltre esiste una variazione stagionale per effetto della diminuita evaporazione invernale, nel Mediterraneo, e al cresciuto efflusso dei fiumi, per cui si ha, da febbraio ad aprile, un aumento d'intensità della sottocorrente mediterranea, coincidente con una diminuzione della corrente atlantica superficiale; da maggio a luglio, per contro, la corrente superficiale è più intensa e la corrente profonda s'indebolisce; verso la fine dell'estate la corrente atlantica raggiunge il massimo sviluppo e la sottocorrente diminuisce considerevolmente, fin quasi a sparire. Il vento dominante, che è l'O. nello stretto, accresce la velocità della corrente superficiale verso E. Da misure recenti (1930) dell'Istituto oceanografico spagnolo R. de Buen conchiude che il regime dinamico delle correnti dello stretto non è molto semplice; che può avvenire periodicamente un attivo mescolamento delle acque dei diversi livelli che modifica i caratteri della corrente profonda; e ritiene che questo mescolamento possa spiegarsi con l'ascesa delle acque mediterranee striscianti sul fondo dello stretto, a causa della pendenza del rilievo sottomarino, che trasformerebbe la corrente inferiore in corrente inclinata verso l'alto: onde le acque del Mediterraneo, trascinate indietro, dalla corrente superficiale, ritornerebbero, almeno in parte, verso il luogo di origine.
Bibl.: J. Schmidt, Report on the Danish oceanographical expeditions to the Mediterranean and adjacent seas, I, Copenaghen 1912 (bibliografia); R. De Buen, in Conseil permanent international pour l'exploration de la mer. Rapports, LXXVII, Copenaghen, gennaio 1932.