STRIANO
Centro in provincia di Napoli, ubicato nella valle del Sarno, in un'area ricca di necropoli protostoriche.
Del centro abitato antico non c'è, finora, alcuna testimonianza; della vasta necropoli posta sotto l'abitato moderno, invece, si aveva cognizione attraverso i materiali di cospicue collezioni private, notizie di scavi clandestini e relazioni di archivio. Scavi recenti hanno confermato questi dati e hanno mostrato la possibilità che la necropoli si estenda oltre i limiti noti: una delle tombe più antiche è stata, infatti, rinvenuta in Via Palma, c.a 700 m fuori dall'area già nota.
Finora sono state scavate, in otto zone diverse, 89 tombe a fossa, di inumati, quasi tutte disposte in un arco cronologico che si estende dal Preellenico II (775-750 a.C.) all'Orientalizzante Antico II (725-650 a.C.); solo tre sepolture sono pertinenti all'ultimo quarto del VII sec., mentre due appartengono ancora al Preellenico I. Non si è trovata, invece, nessuna tomba a cassa di tufo, tipo noto da notizie di archivio e dalla tradizione orale. La distanza tra le sepolture, in media 5-6 m, mostra uno sfruttamento poco intensivo del terreno. Le fosse, scavate nello strato sabbioso che giace c.a 40 cm sotto il lapillo dell'eruzione vesuviana del 79 d.C., hanno forma rettangolare con orientamento NO-SE e presentano, talvolta, il piano della deposizione lievemente ribassato. La copertura con un piccolo tumulo di pietre è presente solo in quattordici casi quasi sempre caratterizzati dal piano di deposizione ribassato e, generalmente, da una maggiore ricchezza del corredo. Solo sette sepolture erano circondate da un canale circolare, poco profondo, brevemente interrotto nel tratto NO.
Il corredo fittile è costituito quasi esclusivamente da vasi di impasto, disposti presso i piedi e accanto al capo. La forma più diffusa è la piccola anfora con spalla bacchiata, seguita, soprattutto nei periodi più antichi, dalla brocca con ansa alla spalla e dalla scodella monoansata.
Nell'ultimo quarto dell'VIII e nel VII sec. a.C. diviene relativamente frequente la ceramica italo-geometrica, mentre sono rarissimi i casi di importazione: una kotỳe protocorinzia a sigma e due buccheri sottili; questi ultimi gli unici finora trovati nella valle del Sarno. Più omogenea, nei varî periodi, è la presenza degli ornamenti in bronzo, soprattutto dell'armilla a spirale, spesso indossata a coppie.
Risulta evidente la stretta affinità con le vicine necropoli di S. Marzano e S. Valentino Torio, sia nella morfologia delle tombe, sia nel tipo dei corredi e dei materiali, così come nell'addensamento cronologico, confermandosi, in tal modo, un'identità culturale che abbraccia, in età protostorica, l'intera valle del Sarno.
Scarse sono le testimonianze posteriori al VI sec. a.C., consistenti in frammenti sporadici di ceramica a vernice nera e acroma, di terra sigillata e lucerne fittili di età romana, che testimoniano la frequentazione del territorio, in età ellenistica e romana, presumibilmente sotto forma di ville rustiche.
Il reperto più tardo finora noto è costituito da un frammento di sarcofago a colonne del II-III sec. d.C.
Bibl.: G. Patroni, Necropoli antichissime della Valle del Sarno, in BPI, XXVII- XXVIII, 1901-1902, p. 41 ss., tavv. III-IV; L. A. Scatozza, Materiale protostorico di Striano esistente a Pompei nelle collezioni Serafino, in RendAccNapoli, LII, 1977, p. 185 ss.; ead., La collezione Serafino, in CronPomp, IV, 1978, p. 75 ss., A. d'Ambrosio, Striano. Indagini, rinvenimenti e ricerche sul territorio, in Pompeii Herculaneum Stabiae, I, 1983, p. 337 ss.; id., Striano, in StEtr, LII, 1986, p. 521 s.; id., Comune di Striano. Esplorazioni, in RStPomp, I, 1987, p. 169 ss.; id., Tre sepolture protostoriche da Striano, ibid., II, 1988, p. 87 ss.; id., Attività archeologica a Striano, ibid., III, 1989, p. 253 ss.; id., Ricerca archeologica a Striano. La campagna di scavo in via Poggiomarino, ibid., IV, 1990, p. 7 ss.; id., Comune di Striano. Necropoli in via Garibaldi, ibid., V, 1991-92, p. 214 ss.; id., La ricerca archeologica a Striano. Lo scavo in via De Pace, ibid., VI, in corso di stampa.
(A. D'Ambrosio)