STRIGILATURA
. Termine tecnico di archeologia e di architettura che designa le scanalature ondulate praticate sulle superficie dei marmi e delle pietre ornamentali, che ricordano la forma della strigile (v.); le strigilature, per essere tutte eguali, ad andamento verticale e poste le une di seguito alle altre, rientrano nel tipo delle baccellature.
Geometricamente la direttrice di una strigilatura è una curva continua, formata da due porzioni di archi uguali, uno in continuazione dell'altro, ma disposti con le convessità in senso contrario; la linea che unisce gli estremi della strigilatura e il suo punto di mezzo (flesso della curva) non è verticale, ma leggermente inclinata dalla parte della convessità superiore; nella generalità dei casi la curva superiore presenta la propria convessità a destra. Quasi sempre le strigilature sono nettamente divise dalle successive, essendo bordate da uno spigolo proprio che alle estremità si ripiega circolarmente per delimitare la parte incavata. La larghezza di questa è costante in senso orizzontale, in modo che le scanalature, quando hanno una forte curvatvra, sembrano più strette nel mezzo della strigilatura. Solo in pochi casi le scanalature mancano di bordo e si incontrano a spigolo vivo.
Questo elegante e semplice motivo decorativo è essenzialmente romano, per quanto se ne conosca qualche raro esempio in Grecia e in Asia; infatti a Roma nel periodo imperiale viene posto quasi sistematicamente a decorazione di sarcofagi, urne, vasche, vasi, ecc., con predilezione per le superficie piane e cilindriche. Le strigilature vengono spesso racchiuse da elementi architettonici o intramezzate da figurazioni scultoree, iscrizioni, protomi, ecc.
Anche i sarcofagi cristiani si presentano riccamente e variamente strigilati: le strigilature da principio ben arcuate, divengono in seguito meno incavate, più larghe e più dritte; in alcuni esemplari la loro irregolare esecuzione può anche richiamare l'immagine simbolica di una sorgente di acqua fluente.
Con la resurrezione dei motivi classici, avvenuta nel Rinascimento, anche le strigilature, con qualche leggiera variante, trovano di nuovo applicazione nel fregio dell'ordine corinzio. Queste ondulazioni, la cui moda però si esaurisce con il Quattrocento, furono così impiegate dal Brunelleschi nel fregio dell'attico della facciata nella Cappella de' Pazzi a Firenze, da Bernardo Rossellino, in quello del Pozzo di Piazza del duomo a Pienza e da L. B. Alberti nel fregio del Triforio di S. Pancrazio e in quello della Cappella Rucellai (1467).
Bibl.: W. Altmann, Architectur und Ornamentik der antiken Sarkophage, Berlino 1902; S. Dorigny, in Daremberg e Saglio, Dictionn. des ant. gr. et rom., IV, ii, p. 1535; M. Gütschow, Sarkopagh-Studien I, in Röm. Mitth., 1931, p. 90 segg.; G. Wilpert, I sarcofagi crist. ant., Roma 1932, II, p. 9.