strupo
Metatesi di ‛ stupro '. Si registra soltanto in If VII 12, in rima unica (cfr. lupo, v. 8): Non è sanza cagion l'andare al cupo: / vuolsi ne l'alto, là dove Michele / fé la vendetta del superbo strupo. Lo s. vendicato dall'arcangelo Michele è la " violenza " e " ribellione " degli angeli contro Dio (cfr. Apoc. 12, 7-9).
Che tale sia il valore del vocabolo è confermato da una buona tradizione esegetica (Castelvetro, Venturi, Lombardi, Cesari, Tommaseo e tutti i moderni) e dalle indagini del Parodi su molti testi volgari (Lingua 242-243).
I più antichi chiosatori identificano il superbo strupo con Lucifero, ma il senso del vocabolo era per essi pressoché il medesimo: " chiamalo strupo, quasi violatore, col suo superbo pensiero, della divina potenzia " (Boccaccio); " Appellat ‛ stuupum ' elationem sive violentiam quam Lucifer facere voluit, quia ut stuprum est defloratio alienae virginis incorruptae, ita iste, quantum in ipso fuit, voluit violare alienam lucem et gloriam incorruptibilem, quia voluit fieri similis Altissimo " (Benvenuto).
Inaccettabile (per ragioni fonetiche e semantiche) la derivazione di s. dal latino medievale stropus, " branco ", " schiera ", che qui potrebb'essere quella degli angeli ribelli. Vedi per ciò ancora Parodi, Lingua 243.