STRUZZO (lat. scient. Struthio L.; fr. autruche; sp. avestruz; ted. Strauss; ingl. ostrich)
Il maggiore degli uccelli viventi, tanto diverso da tutti gli altri, da costituire il tipo di un ordine a sé stante; quello degli Struthiornithes. Per taluni suoi caratteri lo struzzo è stato unito ai Nandù e ai Casuarî nell'ordine artificiale dei Ratiti (v.), abbandonato dalle classificazioni ornitologiche moderne. Lo struzzo ha corporatura grande e robusta, collo lungo, quasi interamente nudo, testa piccola e piatta, becco diritto di mediocre lunghezza, pure piatto sulla punta, che è anche arrotondata; narici lunghe e divaricate raggiungenti quasi la metà del becco. I tarsi sono squamati, le cosce sono quasi nude, non portando che rade setole: le dita sono due. Nello scheletro, oltre all'assenza della carena dello sterno come negli altri Ratiti, si nota la sinfisi dei pubi, caratteristica esclusiva dello struzzo. Mancano le clavicole; le apofisi uncinate delle coste sono rudimentali; tutto lo scheletro dell'ala è ridotto in maniera da renderla inadatta al volo. Le penne sono flosce perché le barbe non sono coerenti tra loro, ma libere e sfilacciate. Le remiganti e le timoniere sono peraltro molto lunghe, pendenti, anch'esse con barbe sfilacciate: sono le penne di struzzo usate in modisteria. Tutte le penne del maschio sono nere, eccettuate le remiganti e le timoniere che sono bianche; la femmina invece è grigia con remiganti e timoniere di color bianco sporco. I piccoli hanno piumino striato per il lungo; le prime penne sono del colore di quelle della femmina. Lo struzzo adulto è alto circa m. 2,50 e pesa circa 75 kg.
Lo struzzo è specie tipica della fauna etiopica, dal deserto di Sahara fino al Capo e all'Arabia che fa parte di quella regione. Abita la steppa e quei deserti nei quali è possibile trovare un poco di pascolo, le sostanze vegetali essendo infatti il suo principale alimento. Tuttavia inghiotte anche insetti, piccoli vertebrati e, in genere, tutto quello che trova, compresi sassi, cocci, oggetti di ferro e altro. Vive in piccole brigate e qualche volta anche in stormi numerosi. È velocissimo alla corsa e capace di stancare i migliori cavalli. Le uova raggiungono in media il peso di circa un chilorammo e mezzo; sono incubate alternamente dal maschio e dalla femmina; di giorno possono essere abbandonate dopo che sono state ricoperte di sabbia. Qualche volta parecchie femmine depongono nello stesso nido. L'incubazione ha una durata di quaranta a quarantadue giorni.
Esistono alcune sottospecie o razze locali di struzzi: Struthio camelus L. del Sudan, dell'Arabia e della Palestina meridionale, con la pelle delle parti denudate color rosso carnicino e poco piumino disseminato sul collo; Struthio massaicus Neum., del territorio dei Masai, colorato come camelus, col collo più riccamente vestito di piumino, che è lanoso; Struthio molybdophanes Reichen. della Somalia, con la pelle delle parti denudate azzurro-grigiastro, poco piumino e una placca callosa sul capo; Struthio australis Gurn. del Sud-Africa, con la pelle dello stesso colore del precedente, ma con piumino abbondante sulla testa e senza placca cornea.
Gli struzzi erano abbondantemente allevati in schiavitù quando le loro penne erano di moda. Fattorie per l'allevamento degli struzzi esistevano allora nel Sud-Africa, nell'Africa orientale Tedesca, nell'Africa Occidentale Francese, e più tardi ne furono impiantate nel Marocco, in Arabia, in Australia e, negli Stati Uniti d'America, in California, Arizona e Nuovo Messico. Per quanto lo struzzo sembri, allo stato libero, poligamo e un maschio possa fecondare due o tre femmine, in schiavitù si suol tenere una sola coppia in un recinto quadrangolare di un ettaro. È preferita l'incubazione naturale a quella artificiale. L'alimentazione, salva la maggiore abbondanza, è presso a poco quella dei giovani tacchini. I piccoli struzzi si tolgono definitivamente ai genitori all'età di quattro mesi e si lasciano assieme in branco fino a 18 mesi; allora si scelgono i riproduttori.
L'allevamento degli struzzi è stato gravemente colpito durante la guerra mondiale; molte fattorie sono state chiuse ed altre ridotte; gli animali sono stati macellati per la carne.
Bibl.: H. Poisson, L'Autruche, Parigi 1926.