stupido
Come tutti i vocaboli di uguale etimo (v. STUPEFARE; stupire; ecc.), ricorre solo nel Convivio e nella Commedia. Vale " preso da stupore " (v.), " attonito ", e qualifica chi si sente dominato da un sentimento indefinito tra di timore e di ammirazione: Cv IV XXV 5 li antichi regi ne le loro magioni faceano magnifici lavorii d'oro e di pietre e d'artificio, acciò che quelli che le vedessero divenissero stupidi, e però reverenti (altro esempio al § 6); Pg XXVI 67 Non altrimenti stupido si turba / lo montanaro, e rimirando ammuta, / quando rozzo e salvatico s'inurba; e così IV 59.