stupore
Ricorre solo nel Convivio, nel Purgatorio e nel Paradiso.
La definizione di s. è data da D. nel passo del Convivio dedicato all'esame della vergogna, cioè della terza delle passioni necessarie per l'adolescenza: IV XXV 4 per vergogna io intendo tre passioni necessarie al fondamento de la nostra vita buona: l'una si è stupore; l'altra si è pudore; la terza si è verecundia; di queste, stupore è uno stordimento d'animo per grandi e maravigliose cose vedere o udire o per alcuno modo sentire: che... in quanto paiono mirabili, fanno voglioso di sapere di quelle (§ 5).
Sono perciò motivo di s. per D. i momenti salienti della sua esperienza ascetico-mistica nel Purgatorio e nel Paradiso: la luce intensa dell'angelo della misericordia (Pg XV 12 io senti' a me gravar la fronte / a lo splendore assai più che di prima, / e stupor m'eran le cose non conte), l'apparizione della processione mistica nel Paradiso terrestre (XXIX 57 mi rivolsi d'ammirazion pieno / al buon Virgilio, ed esso mi rispuose / con vista carca di stupor non meno), l'immagine di Beatrice riflessa dagli occhi del grifone (XXXI 127 piena di stupore e lieta / l'anima mia gustava di quel cibo), il grido con il quale i beati accompagnano la conclusione dell'invettiva di s. Pier Damiano contro la corruzione degli ecclesiastici: Pd XXIX 1 Oppresso di stupore, a la mia guida / mi volsi (possibile fonte dell'espressione è Boezio Cons. phil. I II 4 " sed te, ut video, stupor oppressit ").
Ma è solo la visione trionfante della candida rosa che rende estatico e completo lo s. del contemplante, uno s. sovrabbondante e perfetto, tanto più intenso di quello provato dai barbari alla vista degli splendori dell'antica Roma: se i barbari... / veggendo Roma e l'ardüa sua opra, / stupefaciensi... / ïo, che al divino da l'umano, / a l'etterno dal tempo era venuto / ... di che stupor dovea esser compiuto! (Pd XXXI 40; v. STUPEFARE).
D'altra parte, la vista di D. vivo è motivo di s. per i lussuriosi, uno s. di cui però essi rapidamente si liberano, come sempre avviene nelle anime nobili: poi... furon di stupore scarche, / lo qual ne li alti cuor tosto s'attuta (Pg XXVI 71, dove s. è eco di stupido del v. 67).
Diverso valore ha il vocabolo in Pg XXX 36 lo spirito mio... cotanto / tempo era stato ch' a la sua presenza / non era di stupor, tremando, affranto: qui s. rievoca i turbamenti, le ebbrezze estatiche, le trepide emozioni suscitate dalla presenza della gentilissima nell'animo di D. giovane (né, per la definizione semantica, interessa chiarire se stupor dipenda da affranto o non piuttosto da tremando, come lascia supporre il Chimenz sopprimendo le virgole).