su (sue; suso)
Le occorrenze di su, nella sua duplice funzione di preposizione e di avverbio, sono complessivamente 337, delle quali 291 nella sola Commedia, e le rimanenti 46 così distribuite: 3 nella Vita Nuova, 7 nelle Rime, 3 nelle Rime dubbie, 27 nel Convivio, 6 nel Fiore. A queste, vanno poi aggiunte le 60 occorrenze della variante originaria ‛ suso ' (con distribuzione: Commedia 43, Vita Nuova 5, Rime 1, Convivio 7, Fiore 3), tutte in funzione avverbiale a eccezione di un unico esempio di preposizione, elisa, in Fiore CCXVII 1 Venusso sì montò sus'un ronzino.
La forma ‛ soso ', che la '21 e altri editori accolgono in If X 45 Ond'ei levò le ciglia un poco in soso, per errato livellamento della rima siciliana (con sdegnoso e desideroso dei vv. 41 e 43) già operato da alcuni copisti, non è conservata dal Petrocchi, che ha, anche qui, suso.
Il dislivello della frequenza di su (e suso) nella Commedia rispetto alle altre opere acquista rilievo dalla comparazione con le frequenze e la distribuzione di ‛ sopra ' (e ‛ sovra '), preposizione e avverbio, presente in D. con 327 presenze complessive, delle quali 137 nella Commedia, 14 nella Vita Nuova, 12 nelle Rime e Rime dubbie, 148 nel Convivio, 16 nel Fiore; e si aggiunga anche, per completezza statistica, l'unico ‛ sor ', presente come preposizione in If XXIX 40. La preferenza per su è dunque limitata al poema; nelle altre opere sono più frequenti i ‛ sopra ', con uno scarto soprattutto rilevabile nel Convivio. Una qualsiasi interpretazione di questi dati statistici dovrà essere fondata non tanto su motivazioni di scelte stilistiche quanto su ragioni semantiche (significati e usi delle due parole si sovrappongono soltanto in parte: se sono interscambiabili, per es., ma solo in certi casi, le locuzioni avverbiali ‛ di su ' e di ‛ sopra ', non è mai o quasi mai sostituibile ‛ sopra ' a ‛ su ' nei sintagmi ‛ in su ', ‛ qua su ', ‛ là su '), se non addirittura su più ovvie sollecitazioni di contenuto: si pensi, tra l'altro, ai tanti riferimenti che, nel poema, son fatti alla terra, al cielo, ai cerchi o ripiani o sfere superiori, per i quali ‛ su ', ‛ là su ', ‛ più su ' s'impongono, e d'altra parte ai molti rinvii, nel Convivio, a passi precedenti dell'opera, per i quali sono di tradizione i moduli ‛ di sopra ', ‛ sopra detto ', ‛ sopra notato '.
Le forme articolate della preposizione sono limitate al maschile singolare ‛ sul ', grafia unita accolta in tutte le edizioni da noi seguite, che sono concordi anche nel dividere ‛ su l' ', ‛ su lo ', ‛ su li ', ‛ su la ' ‛ su le '; un unico caso di su', maschile plurale, in Pg VII 82. Ugualmente concordi sono gli editori nel rendere in grafia divisa le locuzioni avverbiali ‛ là su ' o ‛ là suso ' e ‛ qua su ', presenti nell'insieme con 51 occorrenze, che non saranno qui considerate essendo trattate come lemmi a sé nel loro luogo alfabetico, e che possono perciò esser detratte dalle 397 sopra indicate (in particolare, la detrazione va fatta dal totale calcolato per la Commedia, nella quale i 23 ‛ là sù ' e i 13 ‛ qua su ' hanno un peso considerevole sul notato dislivello tra gli usi di su e di ‛ sopra '.
La forma epitetica ‛ sue ' (possibile soltanto come avverbio) è presente nella sola Commedia, con tre occorrenze: Pg IV 47, VIII 23, XVI 30, tutte in rima.
I.1.1. In funzione prepositiva, su è raramente usato da solo, non accoppiato cioè ad altre preposizioni, e indica, in quei pochi casi, appoggio sopra una superficie o un corpo sottostante, con il valore che è proprio di ‛ sopra ': Venusso sì montò sus'un ronzino / corsiere (Fiore CCXVII 1); e con accezione più particolare, Come 'l falcon ch'è stato assai su l'ali (If XVII 127), che si è librato in volo sorretto dalle ali aperte; oppure esprime prossimità: Siede la terra dove nata fui / su la marina dove 'l Po discende (V 98).
2.1. Per significare posizione sopra uno spazio, una superficie, un oggetto, è più spesso usata la locuzione ‛ in su ' (frequentissima in D.), dove ‛ in ' ha una funzione secondaria, di rafforzamento, e quindi semanticamente debole: If XI 65 nel cerchio minore, ov'è 'l punto / de l'universo in su che Dite siede; IV 7 'n su la proda mi trovai de / la valle d'abisso dolorosa; Pg XV 88 mi parve... / vedere in un tempio... / una donna, in su l'entrar, sull'entrata, all'ingresso del tempio; If XIII 15 fanno lamenti in su li alberi strani, dove al riferimento della posizione si aggiunge anche quello dell'altezza dal suolo (si parla qui delle brutte Arpie); Fiore CLXIX 6 ti farian... sovente dormire in su la paglia; in dipendenza da verbi di quiete e di moto in due luoghi tra loro simili: Pg VII 82 in sul verde e 'n su' fiori / quindi seder cantando anime vidi, e XXVIII 55, di Matelda: volsesi in su i vermigli e in su i gialli fioretti / verso me. Maggiore rilievo ha la presenza di ‛ in ' nel passo di Cv III IX 14 le cose non paiono unite ma disgregate, quasi a guisa che fa la nostra lettera in su la carta umida. Appoggio e sostegno, più che posizione, esprime in Rime CIV 20 'n su la man si posa / come succisa rosa, in Pg XII 40 O Saùl come in su la propria spada / quivi parevi morto in Gelboè, e più esplicitamente in XXVII 80 dal pastor, che 'n su la verga / poggiato s'è; ancora, con altre connotazioni accessorie, in XXIX 107 un carro, in su due ruote, trïunfale. Si può aggiungere qui, per una più generica equivalenza con " sopra ", If XXXI 89 una catena che 'l tenea avvinto / dal collo in giù, sì che 'n su lo scoperto / si ravvolgëa infino al giro quinto, sopra la parte del corpo del gigante Fialte che sporgeva fuori del pozzo.
2.2. ‛ In su ' indica più vagamente prossimità, e comunque non contatto e sovrapposizione, in If XXXIII 83 muovasi la Capraia e la Gorgona, / e faccian siepe ad Arno in su la foce; in Pg XII 44 O folle Aragne, sì vedea io te / già mezza ragna, trista in su li stracci / de l'opera che mal per te si fé, fra i brandelli della tela da lei tessuta nella sfida con Minerva (dove in su può essere spiegato con " sopra " o " davanti ", o " guardando "); e in Pd XXV 8, nel doloroso sospiro con cui il poeta sogna il ritorno al suo bel San Giovanni: ritornerò poeta, e in sul fonte / del mio battesmo prenderò 'l cappello.
2.3. Equivale a " in ", con indebolimento semantico quindi rispetto all'altra preposizione, in If XXVIII 8 in su la fortunata terra / di Puglia, e 71 cu' io vidi in su terra latina, Pg XVI 115 In sul paese ch'Adice e Po riga, / solea valore e cortesia trovarsi; o anche, con accezione più particolare e con usi figurati, in Cv IV VIII 2 la bellezza che in su l'onestade risplende, e Pd I 31 parturir letizia in su la lieta / delfica deïtà dovria la fronda / peneia.
2.4. Con verbi di movimento, la locuzione prepositiva ‛ in su ' esprime contemporaneamente le due accezioni di " in " e di " a ", come in Pd VI 9, dove Giustiniano parla dell'aquila che sotto l'ombra de le sacre penne / governò 'l mondo lì di mano in mano, / e, sì cangiando, in su la mia pervenne; o soltanto quella di " in ", " verso ", soprattutto in dipendenza dal verbo ‛ volgersi ': If XII 97 Chirón si volse in su la destra poppa, a destra, verso la parte destra (e così in XV 97 Lo mio maestro allora in su la gota / destra si volse); Pg XXXI 80 le mie luci... / vider Beatrice volta in su la fiera, rivolta verso il grifone; ma anche con uso figurato: Vòlt'era in su la favola d'Isopo / lo mio pensier (If XXIII 4), e, con altro verbo, guardando l'ombre che giacean per terra, / tornate già in su l'usato pianto (Pg XX 144).
2.5. Il valore temporale di ‛ in su ', nel significato di " verso ", " circa " o " al momento di ", è rappresentato da Pg XIII 124 in su lo stremo / de la mia vita, e XXVII 38 al nome di Tisbe aperse il ciglio / Piramo in su la morte; mentre dobbiamo rinunziare ad attestare la medesima funzione per il semplice ‛ su ' in Pg II 13, dove la lezione sul presso del mattino, offerta da alcuni codici e accolta da vari editori e dalla '21, è rifiutata come tarda dal Petrocchi, che con i codici più autorevoli legge sorpreso dal mattino (v. Introduzione 188-189, e la nota al verso).
2.6. Accezioni di ‛ in su ' meno consuete: la pena / ch'è giudicata in su le tue accuse (If XXVIII 45), " in seguito a ", " sulla base di " (valore peraltro frequente nella lingua di oggi); e in particolare non sofferse lo nome de la mia donna stare se non in su lo nove (Vn VI 2), e con quella ch'è sul numer de le trenta (Rime LII 10), che intenderemo, insieme con Barbi-Maggini, al nono e, rispettivamente, al trentesimo posto del serventese di cui al cap. VI della Vita Nuova, allusione a Beatrice nel primo passo e alla donna dello schermo nel secondo.
3.1. Più autonoma rispetto a su è la preposizione ‛ di ' nel sintagma ‛ di su ', documentato con i valori " dal disopra di " e " dall'alto di ", in Cv IV XXVII 14 levare lo drappo di su l'altare... la tovaglia furata di su l'altare, e in Pd XXV 114, ov'è detto di s. Giovanni che fue / di su la croce al grande officio eletto.
II. Ben documentata è anche la funzione avverbiale, non sempre peraltro nettamente distinguibile da quella prepositiva, anche se, almeno per la Commedia, l'accentazione ‛ sù ' nell'ediz. Petrocchi possa costituire una guida (sia nel caso di pieno accordo sia in quello, raro, di eventuali divergenze di opinioni circa l'attribuzione, puramente grammaticale, non semantica, all'una o all'altra categoria).
1.1. Con i significati di " in alto ", " nella parte superiore o più elevata ", in dipendenza da verbi di quiete: chi son quelli / che sù di fuor sostegnon penitenza (If XI 87), nei cerchi più alti dell'Inferno, fuori della Città di Dite; nel grado comparativo, con riferimento a parti più elevate dell'uno o dell'altro dei tre regni: non rugiada, non brina più sù cade / che la scaletta di tre gradi breve (Pg XXI 47), i tre gradini che conducono alla porta del Purgatorio; legno è più sù che fu morso da Eva (XXIV 116), sulla cima del monte, nel Paradiso terrestre; Perfetta vita e alto merto inciela / donna più sù (Pd III 98), la colloca in un cielo più vicino a Dio; posposto, in funzione quasi aggettivale: " Nel fosso sù " diss'el, " de' Malebranche... " (If XXXIII 142). Soprattutto frequente, nella prima cantica, il riferimento alla terra, con esplicita o implicita contrapposizione al basso in cui è sprofondato l'Inferno: If XIX 72 sù l'avere e qui me misi in borsa (parole messe in bocca a Niccolò III Orsini); XXVIII 92 se vuo' ch'i' porti sù di te novella; più spesso precisato da complemento (IV 77 L'onrata nominanza / che di lor suona sù ne la tua vita; XX 61 Suso in Italia bella giace un laco), che nella maggioranza dei casi è ‛ nel mondo ', ora posposto ora preposto all'avverbio: sù nel mondo, XII 18 e 112; nel mondo sù, XIII 54, XVI 42, XXXIII 123; nel mondo suso, XXXII 138. Altrove, il riferimento è al cielo, con o senza complemento: se voi siete ombre che Dio sù non degni (Pg XXI 20), contrapposto qui al Purgatorio; da tutte queste cose sciolto, con / Bëatrice m'era suso in cielo / cotanto glorïosamente accolto (Pd XI 11), qui invece in antitesi con la vita terrena e i suoi materiali allettamenti.
1.2. Equivale a " in alto " anche in dipendenza da verbi di moto: If XXI 46 Quel s'attuffò, e tornò sù convolto, a galla, fuori dalla pece, come in XXII 36 Graffiacan... / li arruncigliò le 'mpegolate chiome / e trassel sù; o fuori dell'alvo terrestre, come in Rime C 55 li vapor che la terra ha nel ventre, / che d'abisso li tira suso in alto, dove il complemento indica la fine del movimento espresso dall'avverbio, e non è quindi ridondante (per altro esempio di ‛ tirar sù ', cfr. anche Vn XLI 10 4); " verso l'alto ", in If XXV 45 mi puosi 'l dito su dal mento al naso (qui su ha funzione prolettica rispetto al sintagma seguente), e in Pd XXXIII 50 Bernardo m'accennava... / perch'io guardassi suso. Con riferimento alla terra o al cielo: If IX 57 se 'l Gorgón si mostra e tu 'l vedessi, / nulla sarebbe di tornar mai suso, in terra, in vita; Vn XXIII 25 vedea... / li angeli che tornavan suso in cielo.
1.3. Ricorre frequente per esprimere movimento di salita: Pg IV 38 pur su al monte dietro a me acquista (dove su è da considerare avverbio, in quanto non costituisce sintagma unico con al monte, ma è autonomo rispetto al complemento che lo chiarisce e sviluppa); soprattutto in unione con ‛ andare ': li occhi nostri n'andar suso a la cima (If VIII 3); anche senza complemento, in usi assoluti in cui ‛ andar sù ' equivale a " salire ": sù andar ti fia leggero / com'a seconda giù andar per nave (Pg IV 92; e cfr. V 114 Or va tu sù che se' valente!, la nota apostrofe monosillabica di Belacqua, che continuando il discorso giustificherà più avanti, al v. 127, la sua indolenza: O frate, andar in sù che porta?); VII 44 andar sù di notte non si puote; XV 41 Lo mio maestro e io soli amendue / suso andavamo; XVI 30 domanda se quinci si va sùe; XXIV 8 Ella sen va sù forse più tarda / che non farebbe, per altrui cagione: tutti esempi riferiti all'ascendere per i gironi del Purgatorio e i ripiani dell'Antipurgatorio.
1.4. In funzione quasi pleonastica, ma di efficace espressività, con verbi che già per sé stessi significano movimento ascendente: salimmo sù, el primo e io secondo (If XXXIV 136; e cfr. Rime XC 30, Pg XV 18); levando me sù ver' la cima / d'un ronchione (If XXIV 27); Sanza risponder, li occhi sù levai (Pd XXXI 70); " Lèvati sù ", disse 'l maestro, " in piede... " (If XXXIV 94; e inoltre, con ‛ levare ', If XXIV 52, Pg I 109, Fiore CCXIII 13, ecc.; in senso figurato, Rime Cv 13 questa vertù che nuda e fredda giace / levala sù); dal vostro Uccellatoio, che, com'è vinto / nel montar sù, così sarà nel calo (Pd XV 111; e, precisato da complemento, Pg IV 26 montasi su in Bismantova e 'n Cacume / con esso i piè); in senso astratto, Pg IV 134 orazïone... / che surga sù di cuor che in grazia viva.
1.5. Contrapposto esplicitamente a ‛ giù ': Pg IV 63 quello specchio [il sole] / che sù e giù del suo lume conduce; Pd XXXI 48 menava ïo li occhi per li gradi, / mo sù, mo giù.
1.6. " Prima ", " in una precedente parte dell'opera " (significato; questo, nel quale, come si è già detto, è molto più frequente, in D., ‛ sopra '): Cv I XII 1 appresso le su proposte ragioni; If XXXIII 90 li altri due che 'l canto suso appella; Pd XIII 46 e però miri a ciò ch'io dissi suso.
1.7. In unione sintagmatica con preposizioni o con altri avverbi, oltre a ‛ qua su ' e ‛ là su ' (di cui si ragiona a suo luogo), un unico esempio di ‛ colà su ', in Pd XIV 26 Qual si lamenta perché qui si moia / per viver colà sù, in cielo. Frequente, invece, ‛ in su ' per indicare movimento di ascesa, con accezioni e articolazioni varie, in senso proprio e traslato: Vn XXIII 7 pareami vedere moltitudine d'angeli li quali tornassero in suso; If X 33 da la cintola in sù tutto 'l vedrai; XVI 136 sì come torna colui che va giuso / talora a solver l'àncora ... / che 'n sù si stende e da piè si rattrappa; XVII 26 Nel vano tutta sua coda guizzava, / torcendo in sù la venenosa forca; Pd VI 117 convien che i raggi / del vero amore in sù poggin men vivi, si rivolgano meno ardenti verso Dio e le cose celesti. E unito a verbi che di per sé esprimono ascesa: If I 38 'l sol montava 'n sù; X 45 ond'ei levò le ciglia un poco in suso (contrapposto a ‛ giù ': XXVI 140 levar la poppa in suso / e la prova ire in giù); Pd I 50 come secondo raggio suole / uscir del primo e risalire in suso.
Dopo un numero, ‛ in su ', verso valori più alti: dal diece in su (Cv II XIV 3).
1.8. In unione con ‛ di ', costituisce talora una locuzione unica con valore avverbiale (come in If V 43 quel fiato li spiriti mali / di qua, di là, di giù, di sù li mena; e cfr. anche Pd XXVIII 127 Questi ordini di sù tutti s'ammirano, verso non del tutto perspicuo, anche se i commentatori sono in genere d'accordo nello spiegare la frase, riferita ai cori angelici, " mirano verso l'alto, cioè in Dio "), o con funzione e uso aggettivale (Pd IX 108 discernesi 'l bene / per che 'l mondo di sù quel di giù torna), o di sostantivo (If XIX 46 O qual che se' che 'l di sù tien di sotto); altrove, la preposizione ‛ di ' conserva la sua autonomia, e la locuzione ‛ di su ' equivale a " da sopra ", " dall'alto ": Cv IV XX 6 ogni dono perfetto di suso viene, discendendo dal Padre de' lumi; Pd XXIII 83 vid'io così più turbe di splendori, / folgorate di sù da raggi ardenti. Può essere considerato o no autonomo il ‛ di ' in Pd II 123 Questi organi del mondo così vanno / ... di grado in grado, / che di sù prendono e di sotto fanno, ciascuno dei cieli riceve le influenze dal cielo superiore e le trasmette al cielo sottostante.
1.9. Sostantivato, per indicare l'alto, come direzione: Chi fosti e perché vòlti avete i dossi / al sù, mi dì (Pg XIX 95).
III.1.1. Partecipa della natura della preposizione e dell'avverbio, con il significato di " in alto " o " di sopra ", quando si appoggia a complementi locativi formati con le preposizioni ‛ in ', ‛ a ', ‛ per ': L'imagine di questa donna siede / su ne la mente (Rime LXVII 44); poi che tutto su mi s'ebbe al petto (If XIX 125, dove su... al può essere inteso come " sopra il "); cadea de l'alta roccia un liquor chiaro / e si spandeva per le foglie suso (Pg XXII 138, dove suso e per si uniscono a esprimere efficacemente il fatto dello scorrimento dell'acqua sopra le fronde dell'albero, con una funzione identica quindi a quella della locuzione ‛ su per ' che vedremo più avanti).
La stessa duplicità di funzione si ha nei casi, non molto frequenti, in cui su segue alla particella avverbiale o pronominale ‛ vi ' (come in Pd XXX 134 la corona che già v'è sù posta, è posta sopra il seggio), specialmente se enclitica: Cv IV VIII 4 volendo... la mali zia d'alquanti de la mente levare, per fondarvi poi suso la luce de la veritade; Fiore CCXXIV 7 non mi saria paruto oltraggio / di starvi un dì davanti ginocchione, / e poi di notte esservi su boccone.
1.2. Dalla giustapposizione dell'avverbio su alla preposizione ‛ per ' si ottiene la locuzione prepositiva, ben documentata in D., ‛ su per ', che suggerisce contemporaneamente l'immagine del movimento di salita e il fatto dell'aderenza alla superficie sopra la quale il movimento si compie: Noi ci partimmo, e su per le scalee / ... rimontò 'l duca mio e trasse mee (If XXVI 13); e con maggiore accentuazione di su rispetto a ‛ per ': Allor si volse a noi e puose mente, / movendo 'l viso pur su per la coscia (Pg IV 113), verso stupendamente pittorico nel rappresentare il lento alzarsi del ‛ viso ' di Belacqua; ma può anche indicare movimento orizzontale, con su deputato a esprimere l'idea dell'avanzamento: Così sen vanno su per l'onda bruna (If III 118), le anime dei dannati trasportate da Caronte; Noi passavam su per l'ombre che adona / la greve pioggia (VI 34), e qui ci sembra predominante il valore di " sopra ", che troviamo infatti nel seguito della terzina: e ponavam le piante / sovra lor vanità che par persona (cfr. anche XVIII 34 Di qua, di là, su per lo sasso tetro / vidi demon cornuti, dove l'idea dello spostamento è puramente accessoria); mentre prevale il senso del faticoso cammino in Pg XI 29 quell'ombre... andavan sotto 'l pondo / … lasse su per la prima cornice, e le connotazioni dell'avvicinamento e dell'allontanamento progressivo, in If IX 64 venìa su per le torbide onde / un fracasso d'un suon, e 74 Or drizza il nerbo / del viso su per quella schiuma antica; XXI 30 vidi dietro a noi un diavol nero / correndo su per lo scoglio venire, e in vari altri passi. Un diverso movimento, dello sguardo, si ha in Pd XXXI 46 su per la viva luce passeggiando, / menava ïo li occhi. Ben si presta, infine, a rendere efficacemente il senso dello scorrimento di un liquido su una superficie, come in If XXXII 47 li occhi lor [dei conti di Mangona] … / gocciar su per le labbra; e Pg XXIII 69 Di bere e di mangiar n'accende cura / l'odor ch'esce del pomo e de lo sprazzo / che si distende su per sua verdura.
IV. Come interiezione d'incoraggiamento e di stimolo, un solo esempio, in Pg VIII 65 l'altro a un si volse / che sedea lì, gridando: " Sù, Currado ! / vieni a veder che Dio per grazia volse ".