subiezione
Solo nel Convivio, per indicare lo stato di chi deve ‛ sottostare ' all'autorità e al potere di altri. Il sostantivo ricorre nel passo del IV trattato dovè, prima di criticare la definizione di nobiltà da lui attribuita a Federico II, D. discute il concetto di soggezione in rapporto a quello di autorità e conferma la propria reverenza all'autorità imperiale, nonostante rifiuti un'opinione confortata da essa.
Infatti, in ciascuna arte e in ciascuno mestiere li artefici e li discenti sono, ed essere deono, subietti al prencipe e al maestro di quelle, in quelli mestieri ed in quella arte; e fuori di quello la subiezione pere, però che pere lo principato (IX 10); ma la definizione della nobiltà non rientra nell'ambito dell'autorità imperiale, e pertanto, in questo caso, cioè in riprovando o in approvando l'oppinione de lo Imperadore, a lui non sono tenuto a subiezione (§ 1). Altri esempi in VIII 11 (tre volte) e 16, IX 11.
Come rapporto di " subordinazione " regolato da un ordine gerarchico ricorre in I V 5 colui che è ordinato a l'altrui servigio dee avere quelle disposizioni che sono a quello fine ordinate, sì come subiezione, conoscenza e obedienza (v. anche SUBIETTO).