Sublimazione
La sublimazione (derivato del latino sublimare, "innalzare a grandi onori, ad alte cariche" e, ancora, "esaltare, elevare spiritualmente, rendere sublime") in fisica e chimica rappresenta il processo per il quale una sostanza passa dallo stato solido a quello aeriforme.
In psicoanalisi, il termine indica la trasformazione di pulsioni sessuali o aggressive, poco accettabili socialmente, in attività intellettuali o comportamenti ai quali la società riconosce un pieno valore. Secondo S. Freud, gli esseri umani sono motivati da potenti, innati, istinti sessuali e distruttivi, compresi quelli incestuosi e di morte: "Le perversioni [...] costituiscono lo sviluppo di germi, tutti contenuti nella disposizione sessuale indifferenziata del bambino, la cui repressione o volgimento verso fini asessuali più alti - la 'sublimazione' - è destinata a fornire le energie per gran parte dei nostri contributi alla civiltà" (Freud 1901, trad. it., p. 341). Le pulsioni parziali precoci sono candidate a trasformarsi, ma lo sviluppo degli argini contro queste pulsioni sessuali indesiderabili richiede forze potenti, e non può essere attribuito solo all'educazione. Deve esserci qualcosa di organico e di genetico che si esplica nel periodo della latenza sessuale "probabilmente a spese degli impulsi sessuali infantili stessi, l'affluire dei quali dunque non è cessato nemmeno in questo periodo di latenza, ma l'energia dei quali - interamente o per la maggior parte - è deviata dall'impiego sessuale e rivolta ad altri scopi [...]. Si può usare un'ipotesi anche sul meccanismo di tale sublimazione. I moti sessuali di questi anni d'infanzia sarebbero, da un lato, inutilizzabili in quanto le funzioni procreative sono rimandate, e questo è il carattere principale del periodo di latenza, d'altro lato sarebbero in sé perversi, cioè deriverebbero da zone erogene e sarebbero sorretti da pulsioni che, vista la direzione dello sviluppo individuale, potrebbero soltanto provocare sensazioni di dispiacere. Perciò essi risvegliano forze psichiche contrarie (moti di reazione), che costruiscono per un'attiva repressione di tale dispiacere i detti argini psichici: il disgusto, il pudore e la morale" (Freud 1905, trad. it., pp. 488-89). Dunque gli impulsi sessuali parziali che non si integrano per costituire la genitalità possono essere sublimati. Il conflitto è innescato dall'intollerabilità ambientale di questi istinti. La minaccia che essi rappresentano alla struttura sociale porta alla loro condanna e al loro rifiuto. Il bambino riconosce nei genitori i primi rappresentanti della società che egli incontra, ed è con loro che si instaura il conflitto. In seguito le aspettative e i divieti sociali vengono internalizzati e il conflitto da individuo-società diviene intrapsichico. Un buon funzionamento mentale prevede la necessità di trasformare e armonizzare le energie legate a certe tendenze disdicevoli. Freud propose poi altre ipotesi sui meccanismi della conversione dell'energia. Dapprima ipotizzò l'appoggio temporaneo delle pulsioni sessuali parziali su quelle di autoconservazione, poi, con la teoria del narcisismo, fornì un'ulteriore spiegazione. La libido distolta dalle mete sessuali, desessualizzata, transita sull'Io prima di volgersi verso l'attività sublimata (Freud 1923, trad. it., p. 493). Vengono usate energie che hanno subito un processo di neutralizzazione perdendo la loro qualità sessuale. Per Freud queste attività di sostituzione (sublimate) non sono mai così gratificanti come potrebbero essere quelle originarie, "la gioia ci sembra 'più fine e più elevata' [...] la sua intensità è minore: non scuote la nostra esistenza corporale" (Freud 1930, trad. it., p. 571). Rimane un certo inappagamento del desiderio che può essere inteso come il prezzo da pagare alla società per essere accettati e poter godere dei vantaggi che l'accettazione sociale offre. E rimane una certa aggressività rancorosa, sembra suggerire Freud, poiché nel lavoro che porta alla sublimazione vi è anche un disimpasto pulsionale con liberazione di pulsioni aggressive nel Super-Io. Fu costante in Freud la necessità di inserire le sue argomentazioni teoriche in 'cornici di riferimento' comprendenti il tipo di pulsione deviata, la meta, l'oggetto e l'energia necessaria all'operazione, e la preoccupazione di attribuire alla sessualità un ruolo centrale, pure nelle motivazioni di comportamenti e tratti caratteriali che ne potevano sembrare lontani.
Anna Freud (1936) attribuì un valore di normalità alla sublimazione, differenziandola nettamente dagli altri meccanismi di difesa: implicitamente e realisticamente, riconosceva nello spostamento dello scopo istintuale un'operazione di successo dell'Io, inaugurando una scuola di pensiero psicoanalitico, detta della 'psicologia dell'Io'. Questi autori ritengono che si debba spostare il centro dell'attenzione dai processi inconsci istintuali alla struttura deputata a leggerli e controllarli, l'Io. Cambia il peso che viene attribuito alle motivazioni inconsce; i meccanismi difensivi sono visti meno come una risposta ai conflitti istintuali e più come una risposta a sollecitazioni ambientali. La sublimazione, insieme agli atteggiamenti improntati a razionalità e alle modalità relazionali nella realtà, vengono spesso interpretati come reazione all'ambiente. L'interazione tra individuo e ambiente si pone in primo piano (Kris 1975). L'importanza del meccanismo della sublimazione è direttamente collegata a quella della libido: finché quest'ultima rimarrà centrale nella teoria psicoanalitica anche la sublimazione lo sarà. Recentemente A. Green (1995), riproponendo gli aspetti pansessualisti della teoria psicoanalitica, ha descritto la sublimazione come un meccanismo sano che permette l'inevitabile spostamento del desiderio dall'oggetto primario ad altre mete. Se all'origine di ogni attività c'è una pulsione sessuale, serve un meccanismo come la sublimazione per spiegare la fenomenologia di quelle attività intellettuali o artistiche, e di tutti quei comportamenti in cui non è più riconoscibile la componente sessuale. È l'energia sessuale trasformata che li sostiene. Green opera una discutibile differenziazione tra sessualità, libido ed eros, con l'intento di superare la contraddizione insita nelle attività intellettuali, considerate come un sostituto delle espressioni artistiche più elevate ritenute essere la risultante di pulsioni sessuali parziali polimorfe. L'importanza della sublimazione nella teoria psicoanalitica si lega ad almeno due ragioni. La prima è che rende conto di quella costante tendenza in Freud a stabilire un continuum tra patologia e normalità: la sublimazione ben riuscita è un tratto 'normale', o 'poco nevrotico', quindi può costituire il naturale completamento degli altri meccanismi di difesa più tipici dei nevrotici. L'altra motivazione risiede nella centralità della teoria libidica nell'opera di Freud, secondo cui l'origine energetica di tutte le attività dell'uomo è da ricercarsi nella libido: la sublimazione permette di spiegare anche attività che non hanno conservato alcun legame con la sessualità. Il meccanismo della sublimazione, a volte, si sovrappone e si confonde con altri meccanismi di difesa, soprattutto con la formazione reattiva e l'idealizzazione. La stessa formazione di alcuni tratti caratteriali, per es., l'ordine, la parsimonia e l'ostinazione, che vengono indicati come tipici prodotti dell'erotismo anale infantile (Freud 1908), presenta questa ambiguità. La sublimazione può essere un utile descrittore di un tratto caratteriale e di un comportamento eccentrico, ma qualsiasi tentativo di inserire in una teoria generale di riferimento l'interpretazione oppure l'attribuzione di senso rimane debole e incompleto. In tal senso, appare ancora oggi pienamente valida l'affermazione di J. Laplanche e J.-B. Pontalis: "Nella letteratura psicoanalitica, si ricorre spesso al concetto di sublimazione, e ciò rivela una esigenza della dottrina che non può essere trascurata. La mancanza di una teoria coerente della sublimazione rimane una delle lacune del pensiero psicoanalitico" (Laplanche-Pontalis 1967, trad. it., p. 590).
bibliografia
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