subsisto
Voce del verbo latino subsistere, che nella terminologia scolastica vale propriamente " esistere per sé stesso ", " essere autonomo ". D. l'adopera in un passo del Paradiso cui il termine conferisce particolare solennità: Non per aver a sé di bene acquisto... ma perché suo splendore / potesse, risplendendo, dir " Subsisto ", / in sua etternità di tempo fore / ... s'aperse in nuovi amor l'etterno amore (XXIX 15); dio ha creato, secondo D., per sovrabbondanza di essere e d'amore, e per celebrare nelle creature intelligenti la gloria della sua necessaria e incondizionata essenza (v. SUSSISTENZA).
I commentatori, pur con qualche diversità, si orientano verso l'idea della persistenza nel tempo (" in me permaneo et resplendeo ", Benvenuto; Lombardi), o ribadiscono il concetto dell'esistere (" sussisto, esisto ", Torraca; Casini-Barbi, Rossi-Frascino; più semplicemente " io sono ", Scartazzini-Vandelli, Fallani), magari con una componente di " gioia " (Porena, Chimenz; " prendesse coscienza e letizia del proprio essere ", Sapegno). Il Serravalle vi aggiunge invece il concetto di supremazia: " idest per me sto, omnibus aliis rebus dependentibus a me "; e così il Tommaseo, che rinvia, per il concetto, a Pd XIII 54 ss.