succedere [pass. rem. III singol. succedette]
Ricorre solo nel Convivio e nella Commedia.
Vale " prendere il posto di un altro in una carica ", in If V 59 Ell' è Semiramìs, di cui si legge / che succedette a Nino e fu sua sposa. Tutti i commentatori antichi distinguono tra il Nino marito di Semiramide e l'omonimo loro figlio, di cui la regina si sarebbe colpevolmente invaghita; valga ad esempio il Bambaglioli: " Haec Semiramis fuit uxor Nini regis... et ex dicto Nino habuit filium unum nomine Ninum... Haec Semiramis post mortem Nini mariti sui successit in regno... demum accensa libidine cum Nino eius filio vituperose concubuit ". La notizia, forse esatta, dell'insana passione di Semiramide per il figlio, unitamente alla sovrapposizione dei due personaggi, facilissima data l'identità dei nomi, ha generato un equivoco, per il quale alcuni commentatori, fra cui il Mattalia, hanno potuto affermare che Semiramide succedette sul trono al figlio dopo esserne stata la sposa.
Il Mattalia nota, a questo proposito, che il verbo " rileva lo strano fatto di una madre che ‛ succede ' al figlio dopo esserne stata la sposa: in linea normale è il figlio che succede al padre o alla madre. In succedette, tuttavia, è forse la suggestione etimologica di un altro significato: soggiacere, porsi a giacere sotto ".
Questa interpretazione, forse suggerita dalla variante, ormai da tutti ripudiata, sugger dette, " allattò " (per la quale v. Petrocchi, ad l.), per suggestiva che sia, non è in alcun modo convincente e contraddice al testo di Orosio, che fu la probabile fonte di D. " Huic [Nino] mortuo Semiramis uxor successit... haec, libidine ardens... filio flagitiose concepto... inceste cognito privatam ignominiam publico scelere obtexit. Praecepit enim ut inter parentes et filios, nulla delata reverentia naturae de coniugiis adpetendis, quod cuique libitum esset, libitum fieret " (I 4). Da questo testo è possibile ricavare la notizia che Semiramide si macchiasse d'incesto, ma non quella che la regina fosse successa sul trono al figlio con il quale si era unita.
Ha il significato di " subentrare ad altri " nel possesso di beni, in Cv I XII 7 la gente, che fanno li primogeniti succedere solamente.
Estensivamente vale " venir dopo ", " seguire ", nell'ordine temporale o spaziale: Cv IV XXIV 4 la senettute, è [in] altrettanto tempo che succede a la gioventute, nel decrescere della vita ha una durata pari a quella che la gioventù ha nel crescere; XIII 4. Per indicare la posizione che le donne ebree hanno, l'una sotto l'altra, nei gradini della candida rosa: dal settimo grado in giù, sì come / infino ad esso, succedono Ebree (Pd XXXII 17).
Ha il significato di " conseguire ", " derivare " come conseguenza, in Pd VI 114 i buoni spirti che son stati attivi / perché onore e fama li succeda.