successore
È usato con riferimento a li successori in dignitate (Cv IV IX 14), cioè a coloro " che subentrano a un altro " in una carica o in un ufficio. Come osserva il Torraca, l'espressione successor del maggior Piero, usata in If II 24 per indicare il pontefice, è ricalcata sul linguaggio ufficiale della Chiesa, tenuto presente da D. anche in Pg XIX 99 e in Mn III I 5 (v. SUCCESSOR). Anche s. Pietro allude ai pontefici romani come ai suoi successor (Pd XXVII 47).
In Pg VI 102 giusto giudicio... caggia / sovra 'l tuo sangue... tal che 'l tuo successor temenza n'aggia!, alcuni pensano che si alluda a Enrico VII, che fu in effetti s. di Alberto come imperatore e che a differenza di lui scese in Italia, ma la maggior parte dei commentatori ritiene per varie importanti ragioni che si tratti di una speranza indeterminata nella persona.
Ha valore più generico in Cv IV VI 13, dove Platone è chiamato successore di Socrate in quanto, in ordine di tempo, venne dopo di lui nel professare filosofia.