succiare
Forma toscana, nell'unica occorrenza forse imposta alla rima. Il verbo è adoperato a proposito della fiamma che avvolge un dannato e, per alimentarsi, sembra debba consumarne gli umori: Chi è colui, maestro, che si cruccia / guizzando più che li altri suoi consorti, … e cui più roggia fiamma succia? (If XIX 33; unico caso di rima in -uccia nella Commedia): " rectamente detto, imperò che el caldo tira ad sé l'umido; adunque lo succia... " (Landino).