succido
Latinismo, che significa " sozzo ", " sporco " (" Speciatim sucida lana dicitur recens detonsa et necdum purgata ", Forcellini). In If VIII 10 è adoperato per qualificare le onde fangose della palude Stigia (cfr. VII 124 e 129); vale quindi " sudicie, sporche; per inferenza da fango a sudiciume ", come specifica il Mattalia.
La variante torbide, che si registra per questo verso, è invece la lezione prescelta dal Petrocchi per IX 64 (torbide onde, sempre con riferimento alla palude), dove peraltro alcuni codici recano sucide. V. anche SUCIDUME.