SUCCUBO O SUCCUBE?
Entrambe le forme sono accettabili e possono essere usate con il valore originario di ‘spirito demoniaco’, oggi raro, o con quello più comune di aggettivo indicante ‘che è sottomesso al volere di un altro’ (o sostantivo indicante ‘persona sottomessa, schiavo’).
• Succubo risulta più vicino all’etimo latino (il femminile sùccubam ‘concubina’) ma oggi è meno diffuso e può essere percepito come letterario e formale
Ero il suo succubo, il suo esecutore (A. Moravia, Io e lui)
• Succube è modellato sul francese succube, ed è la forma nettamente più diffusa nell’italiano contemporaneo
Ne è sempre stato succube (S. Veronesi, Caos calmo).