SUDAN (XXXII, p. 944)
Sudan Aglo-Egiziano (p. 946). - Secondo una valutazione del gennaio 1940 la popolazione era di 6.591.000 ab., sparsi in numerosi villaggi e centri più importanti, dei quali una dozzina con oltre 10.000 ab. Fra questi Khartum e Cassala hanno superato negli ultimi anni i 50.000 ab., mentre Wad Medani ne conta 33.000, Atbara 19.000, Berber 20.000, Port Sudan 18.000.
La coltivazione del cotone rappresenta la più importante attività agricola, basata in gran parte sull'irrigazione di vasti comprensorî per i quali l'acqua è fornita dal Nilo Bianco e dal Nilo Azzurro. La grande diga di Sennar, insieme ad altre opere, consente la coltivazione del cotone (semina giugno-luglio e raccolta marzo-aprile).
Le zone cotoniere sono in particolare la Gerira e le regioni di Cassala e Tocar; in complesso la superficie a cotone nel 1945-46 era di 130.000 ha. con una produzione di 437.000 q. di tessile e oltre 830.000 q. di semi. Altri prodotti di esportazione sono il sesamo (100.000 ha. e circa 400-500.000 q. di semi) e l'arachide (70-75.000 ha. e 100-150.000 q. di semi). L'allevamento, malgrado la grande possibilità di sviluppo, è sempre piuttosto modesto: nel 1944 si stimavano a oltre 3 milioni i bovini; a 4,8 milioni gli ovini e quasi a 4 milioni i caprini; a oltre 1,1 milioni i cammelli e a mezzo milione gli asini. Ancora scarsa l'industrializzazione del paese: comunque i prodotti industriali sono quasi totalmente esportati via Port Sudan, scalo assai modernamente attrezzato.
Il commercio ha segnato i seguenti valori nel periodo 1941-45:
Storia (pag. 950). - Rimasta in ombra nel corso della seconda Guerra mondiale - durante la quale, tuttavia, il governo egiziano ha lealmente osservato gli obblighi derivantigli dal trattato con la Gran Bretagna del 1936 - la questione sudanese è riapparsa nuovamente sulla scena politica mondiale con la comunicazione, inviata il 20 dicembre 1945 dall'Egitto alla Gran Bretagna, con la quale, accanto ad altra richiesta, veniva domandata l'"unità della Valle del Nilo" ossia la piena sovranità egiziana sul Sudan. Le trattative si iniziavano nel maggio 1946, dopo gravi incidenti anglo-egiziani, tra due delegazioni: l'inglese guidata da Bevin (e in sua assenza da lord Stansgate) e quella egiziana da Ṣidqī pascià. Tuttavia esse non approdarono a nulla e si giunse, nel gennaio 1947, alla rottura. Il motivo fondamentale e tuttora esistente di disaccordo fra Inglesi ed Egiziani nella questione sudanese è costituito dal fatto che, mentre i secondi richiedono la cessazione della doppia amministrazione in condominio stabilita nel 1899 dai Britannici e l'annessione pura e semplice del Sudan all'Egitto, i primi, pur accettando la necmsità di riconoscere la sovranità egiziana sul Sudan, stimano che tale riconoscimento debba aver valore temporaneo e debba servire esclusivamente a preparare i Sudanesi all'autogoverno. Di conseguenza si è verificato un gioco di azione e reazione da parte dei due stati all'interno delle organizzazioni politiche sudanesi, nelle quali ai moventi di carattere imperiale e nazionale si accoppiano inevitabilmente rivalità locali e ambizioni particolaristiche. Ad ogni modo la questione non ha fatto finora un passo innanzi e anche un ricorso presentato dall'Egitto alle N. U. nell'estate 1947, dopo la rottura delle trattative con la Gran Bretagna, si è risolto con un insuccesso e un "non luogo a procedere" da parte del Consiglio di sicurezza (agosto 1947).
Poco dopo, alla fine del 1947, le trattative anglo-egiziane si spostarono verso il piano delle riforme costituzionali, dirette, nelle intenzioni di Londra, a far partecipare più intimamente i Sudanesi all'amministrazione centrale del loro paese, primo passo verso l'autogoverno. Gli Egiziani, dopo avere in un primo tempo seguìto gl'Inglesi su questa strada che alla fine avrebbe svuotato di contenuto buona parte delle loro pretese, si rifiutarono di continuare le trattative. Il 19 giugno 1948 il governo sudanese dispose l'entrata in vigore della progettata riforma costituzionale, con l'istituzione di un consiglio esecutivo, responsabile, dinanzi al governatore generale, di un'assemblea legislativa per gran parte elettiva, mantenendo al governatore generale ampî poteri. L'Egitto non accettò la riforma ed elevò formale protesta a Londra il 7 luglio 1948.