suggellare (sigillare)
La forma ‛ suggellare ' e la forma dotta ‛ sigillare ' sono, negli stessi luoghi, alternate dalla tradizione manoscritta, fino al punto che in alcuni casi nemmeno la rima garantisce l'uniformità, come in Pd I 42, ove si ha suggella in rima, ma un testimone dell'antica vulgata offre sigilla, e in VII 69, ove si ha sigilla in rima e un testimone dell'antica vulgata offre sugella. Il termine ha il valore di " dichiarare autentico mediante l'impressione del sigillo ", in Detto 92 I' per me non suggello / della sua 'mprenta breve (in rima equivoca con il sostantivo suggello, v. 91); poiché i brevi erano documenti di prova redatti da un notaio a richiesta del destinatario e privi della firma dell'autore, tutta la frase ha valore metaforico ed esprime la volontà di Ragione di non convalidare con la propria approvazione alcun atto di Amore.
Più frequentemente, in senso proprio o traslato, ha l'accezione di " imprimere con un suggello ": in senso traslato, cfr. Pd VII 69: ciò che ha origine direttamente da Dio è eterno, perché non si move / la sua imprenta quand'ella sigilla: quando la divina bontà s., cioè opera imprimendo la forma come con un suggello, l'impronta è indelebile. In senso proprio, ma estensivo, in If XXX 74 io falsai / la lega suggellata del Battista (anche qui alcuni codici leggono sigillata), falsificai i fiorini che recavano impressa l'immagine del Battista; cfr. ancora Pg X 45 [Maria] avea in atto impressa erta favella / ‛ Ecce ancilla Deï ', propriamente / come figura in cera si suggella.
Per quasi tutti i commentatori questa similitudine, anticipata da impressa, indica la precisione e nettezza con le quali, nel bassorilievo, l'atteggiamento di Maria rivelava la sua risposta all'angelo; H. Gmelin (in Lett. dant. 875), dopo averne ricordata l'origine aristotelica [cfr. Arist. Anima III 12, 435a 2-3] e classica [cfr. Ovidio Met. X 284-286, XV 169-171] e il suo ritorno nelle opere latine [cfr. Mn II II 8, III XIV 7], chiarisce come il paragone, oltre al senso letterale, ne contiene anche uno anagogico, in quanto la lettura da destra a sinistra della parola Ave, e cioè l'immagine di questa quale si avrebbe se fosse impressa come un sigillo nella cera, a una mentalità medievale suggeriva l'idea che il peccato di Eva era stato riscattato dalla salutazione angelica, cioè dalla nascita del Redentore.
Ha il senso estensivo di " dare impronta ", " informare di sé ", in Pg XXV 95 l'aere vicin quivi si mette / e in quella forma ch'è in lui suggella / virtüalmente l'alma che ristette, dove l'occorrenza si collega al tema della formazione del corpo aereo.
In senso figurato, vale " imprimere come con un sigillo ": Rime dubbie VII 3 quella / ch'Amor ne la memoria ti suggella; Cv I VIII 12 acciò che 'l dono faccia lo ricevitore amico, conviene a lui essere utile, però che l'utilitade sigilla la memoria de la imagine del dono (si noti la differenza della costruzione nei due esempi; costruzione analoga al secondo caso, in Pd XXIV 143); If XI 49 lo minor giron suggella / del segno suo e Soddoma e Caorsa (il segno impresso dal girone su sodomiti e usurai è la pioggia di fuoco che cade su loro); Pd I 42 [il sole] la mondana cera / ... a suo modo tempera e suggella (" adegua a sé la materia del... mondo fisico... v'imprime... la sua virtù fecondatrice ", Casini-Barbi). Analogamente, nella forma mediale, " fissarsi ", " prender forma ": Cv II IX 4 [l'immagine] che viene per retta linea ne la punta de la pupilla, quella veramente si vede, e ne la imaginativa si suggella solamente; Pd IX 117 di lei nel sommo grado si sigilla, quest'ordine " s'impronta " di lei (Raab), " prende forma " del suo splendore; XXIII 110 Così la circulata melodia / si sigillava, " prendeva forma ", " si concludeva ", " finiva ".