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sulfanilurea

Dizionario di Medicina (2012)
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sulfanilurea


Farmaco utilizzato come ipoglicemizzante orale. Le s. sono indicate nei soggetti affetti da diabete di tipo 2 per il controllo della glicemia a digiuno. Vengono impiegate sia in monoterapia che in associazione con altri ipoglicemizzanti orali o insulina. Chimicamente sono derivati ammidici dell’acido benzensolfonico. Si classificano in s. di prima generazione (acetoesamide, tolbutamide, tolazamide, clorpropamide) e in s. di seconda generazione (glibenclamide, gliclazide, glipizide, glimepride), più potenti ed efficaci delle precedenti.

Meccanismo d’azione

Dal punto di visto biochimico, le s. bloccano i canali del potassio ATP sensibili, presenti sulle cellule beta del pancreas, inducendo una depolarizzazione della membrana; questo provoca l’apertura dei canali del calcio voltaggio-dipendenti, con conseguente ingresso del calcio che stimola la secrezione dell’insulina. La loro azione, quindi, dipende dalla presenza dell’insulina e per questo motivo sono efficaci solo nel diabete di tipo 2. In realtà le azioni cliniche delle s. sono più complesse e non ben spiegate. Dopo i primi mesi, la somministrazione di s. non provoca aumento dell’insulina, ma la glicemia comunque tende a diminuire. Probabilmente, questo è possibile perché le s. incrementano anche la sensibilità tissutale all’ormone, con meccanismi non ancora del tutto chiariti.

Effetti indesiderati

Effetti collaterali tipici sono l’ipoglicemia, soprattutto se l’alimentazione e l’attività fisica sono irregolari, e l’aumento del peso. La gravità dell’ipoglicemia è direttamente proporzionale al tempo di emivita delle sulfaniluree. L’associazione con etanolo può determinare due effetti: una reazione del tipo disulfiram e un potenziamento dell’ipoglicemia. Le s. non devono essere usate nel paziente con grave disfunzione epatica o renale e in gravidanza. Si legano fortemente alle proteine plasmatiche e, quindi, occorre prestare attenzione alla somministrazione contemporanea di altri farmaci che, spostandole da tale legame, possono provocare gravi crisi ipoglicemiche. In passato, si è discusso molto sui dati di un vecchio studio che mostrava una più alta mortalità nei pazienti trattati con s. rispetto a quelli trattati con insulina; studi più recenti hanno dimostrato che questo rischio non sussiste.

Vedi anche
ipoglicemia Abbassamento della glicemia al di sotto del limite inferiore della norma (0,50-0,70 g in 1000 cm3 di sangue, a seconda del metodo usato). Si può osservare dopo lunghi periodi di scarsa alimentazione, per abnorme attività della parte endocrina del pancreas, dopo somministrazione di insulina ecc. Può essere ... glicemia Il contenuto in glucosio del sangue. Normalmente nell’individuo digiuno da circa 12 ore questo risulta compreso tra 70 e 95 mg/100 ml di sangue, se determinato con metodi enzimatici specifici. La glicemia può, in condizioni morbose, presentare significative variazioni, sia in aumento (iperglicemia), ... insulina Ormone ipoglicemizzante secreto dalle cellule delle isole di Langerhans del pancreas, isolato da F.G. Banting e C.H. Best nel 1921. Nel 1954 F. Sanger definì la struttura molecolare dell’insulina di bue. L’insulina è stata la prima proteina ottenuta per via sintetica; nel 1966 fu realizzata da P.G. Katsoyannis ... pancreas Ghiandola annessa all’apparato digerente, situata nella parte superiore e posteriore dell’addome, in corrispondenza del duodeno. 1. Anatomia e fisiologia Il pancreas è una ghiandola a funzione esocrina ed endocrina: il succo pancreatico, che è convogliato nel duodeno da due dotti escretori (canale ...
Tag
  • ACIDO BENZENSOLFONICO
  • DEPOLARIZZAZIONE
  • IPOGLICEMIA
  • DISULFIRAM
  • INSULINA
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