OMAN, SULTANATO DI
῾OMĀN, Sultanato di. – Demografia e geografia economica. Storia
Demografia e geografia economica di Matteo Marconi. – Stato dell’Asia sud-occidentale, nella penisola arabica, con un’exclave presso lo Stretto di Hormuz. La popolazione è cresciuta di oltre il 40% tra il 2003 e il 2014, arrivando a contare 3.926.492 ab., secondo una stima dell’UNDESA (United Nations Department of Economic and Social Affairs). Il forte aumento è dovuto sia al tasso di fertilità (2,9 figli per donna) sia all’immigrazione, che nel 2014 ha inciso per circa il 30% sulla popolazione totale, proveniente in particolare da India e Pakistan. Le riserve petrolifere e di gas naturale, da cui dipende in buona parte l’ordine dei conti pubblici, vanno esaurendosi e per tale motivo il sultanato sta diversificando le proprie attività industriali, in particolare nel turismo e nella lavorazione dei metalli. Altre attività rivolte all’esportazione sono la pesca e la coltivazione di datteri. A seguito delle primavere arabe il sultano ha deciso di ampliare le protezioni sociali, andando però a pesare sui conti pubblici, tuttavia ancora in regola.
Storia di Giuseppe Dentice. – Nel primo quindicennio del 21° sec., l’O. rimase tra gli Stati più stabili del Golfo Persico. Sotto il governo assoluto del sultano Qaboos bin Said (Sayyid Qābūs bin Sa῾īd) – salito al potere con un golpe nel 1970 – fu elaborata una politica di riconciliazione nazionale che trasformò il Paese, in maniera graduale ma costante, in una delle realtà più solide e influenti della regione.
Sul piano politico, Qaboos continuò il processo riformatore portando a termine importanti innovazioni soprattutto in materia di mercato del lavoro. Anche sul piano economico il sultano mantenne un approccio riformista, sostenendo una maggiore diversificazione del prodotto interno lordo. Grazie agli investimenti nei settori dell’edilizia, del turismo e più in generale dei servizi, l’O. crebbe in maniera sostenuta senza dover necessariamente dipendere dal principale comparto produttivo, quello degli idrocarburi.
Con l’insorgere delle primavere arabe del 2011, anche l’O. conobbe una stagione di proteste, rientrate poco dopo con la decisione del sultano di delegare alcuni dei suoi ampi poteri legislativi al Consiglio consultivo, Camera bassa del Parlamento locale i cui membri erano direttamente eletti dai cittadini. Tra i nodi politici irrisolti del Paese, permaneva la questione della successione, data la mancanza di un erede ufficiale di Qābūs; la stabilità del sultanato era inoltre minacciata dai pericoli derivanti dal conflitto civile yemenita scoppiato nel 2015.
In politica estera, l’O. mantenne le sue due principali direttrici sia nei rapporti con l’Occidente, e in particolare nella lotta al terrorismo internazionale, sia nella sua special relationship con l’Irān, in virtù soprattutto della gestione congiunta dello Stretto di Hormuz (choke point strategico di collegamento del Medio Oriente con l’Oceano Indiano da cui transitavano nel 2013 circa 17 milioni di barili di petrolio al giorno). Proprio l’O. giocò un ruolo rilevante nello storico rapprochement tra Washington e Teherān a seguito della firma dell’accordo transitorio sul nucleare iraniano del novembre 2013.