sunk cost
Termine riferito ai costi non recuperabili («affondati») da parte di un’impresa, nel momento in cui questa decida di cessare la propria attività economica. I s. c. determinano un’asimmetria tra aziende già operanti in un settore e altre esterne a esso, configurandosi rispettivamente come barriere all’uscita o all’entrata (➔ barriera). Le aziende già attive hanno infatti subito costi (non recuperabili) che costituiscono un deterrente all’uscita (barriere all’uscita), mentre i potenziali entranti dovranno sostenere costi non recuperabili che ne potrebbero scoraggiare l’ingresso (barriere all’entrata). Si pensi, per es., alle spese per ricerca e sviluppo in un comparto a elevata tecnologia (microcomponenti elettronici) o ai costi per attività di marketing. Entrambi devono essere ritenuti s. c. perchè, in caso di cessazione dell’attività, non possono essere venduti ad altra impresa. Diversamente, l’acquisto di un capannone commerciale o di un’autovettura non vanno considerati costi irrecuperabili, in quanto l’alienazione dei beni è sempre possibile.
L’informazione sui s. c. è necessaria anche per individuare i mercati contendibili (contestable markets; ➔ contendibilità), cioè quelli dove i bassi costi non recuperabili conducono a profitti nulli indipendentemente dal numero di imprese attive, perchè, non essendo i s. c. elevati, aumentano inizialmente la minaccia di nuovi concorrenti e scoraggiano in un secondo momento l’uscita, con conseguente diminuzione del prezzo del bene prodotto al di sotto dei costi medi. L’esistenza di costi fissi molto elevati può generare meccanismi simili a quelli descritti per i costi non recuperabili. ● L’analisi dei s. c. è rilevante anche nello studio del monopolio. L’ingresso dello Stato nella gestione di un settore può essere indotto da diverse condizioni (➔ mercato, fallimenti del) nelle quali la massimizzazione del profitto delle imprese potrebbe non condurre a un’allocazione efficiente delle risorse. Una di queste condizioni, con conseguente intervento pubblico nell’economia e creazione di una condizione di monopolio naturale, si ha quando i mercati non sono competitivi per l’esistenza di rendimenti di scala crescenti (diminuzione del costo medio della produzione all’aumento del livello di produzione). I monopoli naturali sono fondati essenzialmente sull’esistenza di s. c., in quanto gli investimenti per la realizzazione delle reti (ferroviarie, telefoniche ecc.) sono considerati non recuperabili. Ciò si sostanzia nella massimizzazione del profitto da parte del monopolista che non teme l’ingresso nel settore di altre imprese (si noti che a volte il monopolio è anche sancito per legge) e può fissare i ricavi marginali uguali ai costi marginali.