SUOCERA
. Etnologia. - Varie e curiose sono le usanze relative alla suocera nelle società primitive specie là dove predominano la famiglia materna e il matrimonio servile, così detto dalla condizione inferiore in cui viene a trovarsi il marito convivente con la famiglia della moglie. In tal caso l'uomo, ospite della famiglia della suocera, è tenuto a prestare speciali servizî (di legna per il fuoco, ecc.) o a usare un contegno riguardoso verso la domina domi (stare in ginocchio senza mostrare i piedi davanti alla suocera).
Ma l'uso più singolare è quello che impone al genero di evitarla. Largamente sparso nell'Australia, nell'Oceania, nell'Africa, nell'Asia e nell'America, tale costume è indicato dagli etnologi col termine inglese avoidance (l'evitare). Fra gl'Indiani dell'America Settentrionale (Dakota, Omaha, Cree, ecc.) la suocera fugge il genero, come il suocero la nuora. Essi non possono avere comunicazione diretta, ma per intermediarî; e la suocera non solo non può rivolgere la parola al marito della figlia, ma non può fissarlo in viso. Il genero deve trarsi in disparte quando la incontra, e la suocera, dal canto suo, deve volgergli le spalle. In molti paesi dell'Africa del centro e del sud (Bogos, Cafri, Boscimani, Congolesi, Zulu, ecc.) a partire dal giorno del fidanzamento, l'uomo non deve vedere i genitori della promessa, e però fa tutto il possibile per scansarli, e se li incontra per caso si copre il volto. Analogamente avviene per i Calmucchi, gli Ostiachi, i Samoiedi e in varî distretti dell'India.
Fra gli Ostiachi e i Samoiedi, il divieto è limitato fino alla nascita della prima creatura, onde in tale periodo la nuora non può vedere il suocero e il genero la nuora. Se la nuora incontra il padre del marito, si nasconde la faccia; e se il genero s'imbatte nella madre della moglie, le volge la schiena.
Varie le spieġazioni che E. B. Tylor, J. Lubbock, E. Westermarck, il Fison, E. Crawley, J. Frazer hanno dato dell'usanza. Per alcuni essa sarebbe una conseguenza del ratto (ultima espressione della collera dei parenti della donna verso il rapitore); per altri il divieto sarebbe una precauzione contro l'incesto o per prevenire i rapporti sessuali tra le persone della stretta parentela. Comunque, l'infrazione del divieto è considerata come l'infrazione di un tabu (v.) e riguarda non solo la persona del trasgressore, ma l'intero gruppo, che, a scongiurare le temute malefiche conseguenze, è obbligato a purgare il male fatto con immolazioni e altre cerimonie espiatorie.
Bibl.: E. B. Tylor, Early History of Mankind, Londra 1865; L. Lévy-Bruhl, Le surnaturel et la nature dans la mentalité primitive, Parigi 1931; J. Lubbock, I tempi preistor. e l'orig. dell'incivil., trad. Lessona, Torino 1875; E. Crawley, The Mystic Rose, Londra 1902; E. Westermarck, The hist. of human marriage, 5ª ed., ivi 1926; I. I. Frazer, Totemism and Exogamy, ivi 1935, voll. 4.