suora (sora)
Per i rapporti fra s.-‛ sorella ' - ‛ serocchia ', vedi SORELLA. È notevole che in D. s. sia adoperato sempre col valore di " sorella " e avrà forse agito l'uso ecclesiastico del termine, ma potrebbe avere avuto una certa influenza anche ‛ suoro ' senese e ‛ suore ' toscano occidentale.
Ha significato proprio in Pg XXII 114 con le suore sue Deïdamia; XXIII 120 " la suora di colui ", / e 'l sol mostrai; XXVII 104 mia suora rachel; Pd XXIII 56 Polimnïa con le suore; ha valore proprio anche in Rime CIV 35 son suora a la tua madre, e son Drittura, cioè sorella di Venere. S. Pietro chiama Beatrice O santa suora mia (Pd XXIV 28), secondo l'appellativo cristiano di ‛ sorella ' e ‛ fratello ' rivolto ad altra persona, in quanto figlio dello stesso padre divino (vedi, nello stesso ambito lessicale, l'anima di D. definita nelle parole di Virgilio a Stazio l'anima sua, ch'è tua e mia serocchia, Pg XXI 28). in Cv III XII 14 la sapienza, in riferimento a lo Imperatore del cielo, è detta non solamente sposa, ma suora e figlia dilettissima (per il concetto, vedi SAPIENZA). In Rime LXXXIV 11, sore è riferito alle altre rime dolorose per Beatrice, appunto " sorelle " delle presenti parole mie: ma gite a torno in abito dolente / a guisa de le vostre antiche sore. Si ricordano, a tal proposito, i casi di ‛ sorelle ', con cui ci si riferisce nei congedi ad altre canzoni: v. SORELLA.