SUPERGALASSIE
. Sotto la voce nebulose (XXIV, p. 480) è accennato al fatto che in certe regioni del cielo (Chioma di Berenice, Vergine, Perseo, ecc.) esistono gruppi di nebule addensate in un piccolo spazio (nidi di nebulose), e al problema che la loro scoperta - dovuta principalmente a Max Wolf - aveva fatto sorgere: se si tratti, cioè, di piccoli sistemi secondarî appartenenti allo stesso nostro sistema galattico, ovvero di sistemi isolati (Universi-Isole) assai lontani da questo.
Osservazioni e ricerche successive hanno permesso di approfondire la questione e di dare la soluzione del problema, allora soltanto posto, mostrando che si tratta in effetti di nebulose extragalattiche; le quali, forse per effetto della mutua attrazione o per cause cosmogoniche primordiali ancora sconosciute, hanno la tendenza a riunirsi in grandi gruppi che gli astronomi moderni chiamano gruppi o ammassi nebulari, o meglio - seguendo H. Shapley - supergalassie o metagalassie. Si tratta effettivamente di colossali famiglie costituite ognuna di migliaia di individui, ciascuno dei quali è, a sua volta, una galassia. Vale a dire, ogni supergalassia può considerarsi come un immenso sistema astrale, avente un diametro di molte migliaia di anni-luce, e racchiudente nel suo seno molti milioni di Soli (alcuni dei quali forse accompagnati da pianeti e satelliti), nebulose diffuse, nebulose planetarie, ammassi globulari di stelle, ecc. Queste colossali famiglie sono però così lontane da noi che il loro studio può essere tentato soltanto con i maggiori riflettori moderni; quindi le distanze e le dimensioni che di esse si hanno non sono ancora definitive, e potranno subire modificazioni in seguito a ulteriori ricerche.
Aggiungiamo ancora che c'è adesso la tendenza a ritenere che anche il nostro Sistema Galattico sia probabilmente una supergalassia, di cui, forse, ad una galassia - il cosiddetto Sistema locale - appartiene il Sole.
Diamo, infine, qualche cenno sulle principali supergalassie, di cui le più importanti sono situate presso il polo boreale della Via Lattea, e precisamente nella costellazione della Vergine e in quella della Chioma di Berenice.
La supergalassia della Vergine è situata quasi al confine fra la costellazione della vergine e quella della Chioma di Berenice; essa è la più ricca e la più vasta conosciuta. È costituita a sua volta da sei gruppi nebulari e comprende quasi la metà (16 su 34) delle nebulose extragalattiche contenute nel catalogo di Messier. In particolare ne fanno parte la grande nebulosa spirale della Vergine (M. 99) e la nebulosa spirale della Chioma di Berenice (M. 100). La distanza di questa supergalassia va dai sei ai centoquaranta milioni di anni-luce; le dimensioni del gruppo principale supererebbero il milione di anni-luce.
La supergalassia della Chioma di Berenice è composta a sua volta di due gruppi di nebulose, di cui il primo, situato quasi al polo boreale della Via Lattea e scoperto da M. Wolf nel 1901, sarebbe alla distanza di circa sessanta milioni di anni-luce; e il secondo, scoperto solo recentemente, ad una distanza di almeno duecentosessanta milioni di anni-luce, la quale sarebbe la massima distanza finora conosciuta.
Bibl.: G. Armellini, Trattato di astronomia siderale, III, Bologna 1936; Handbuch der Astrophysik, V, 2, e VII, Berlino 1933-1937; H. Shapley, The Coma Virgo Galaxies, in Harvard Observatory Bulletin, nn. 864, 865, 868, 869, 873; id., Extension of the Coma Virgo Supergalaxy, ibid., n. 880.