superillustrans
Da superillustro, forma attestata nel latino bassomedievale; ricorre una sola volta, nella terzina di Osanna con cui si apre il c. VII del Paradiso: Osanna sanctus Deus sabaòth, / superillustrans claritate tua / felices ignes horum malacòth! (v. 2).
Nella tradizione dionisiana è presente il tema della ‛ luce ' come attributo divino; il termine greco usato è ὑπέρφωτος, reso in latino con superlumen o superlucens. La bontà divina, nella concezione neoplatonica, è intesa come ‛ principio fontale ', fra l'altro, di ogni illuminazione intellettuale, essenzialmente trascendente ogni intelletto creato; tutte le illuminazioni sono da intendere di conseguenza come partecipazione della increata luce divina, che non è mai ‛ esaurita ' e ‛ compresa ' dalle creature. Il tema è diffuso anche nella tradizione della liturgia orientale (cfr. Novae Patrum bibliothecae ab A. Maio collectae tomus X, ediz. G. Cozza-Lupi, Roma 1905, parte II, 107). Il s. dantesco, in questa chiave, va inteso come " illuminante per ‛ partecipazione ' e insieme in modo ‛ sovrabbondante ' (perché trascendente) " gl'intelletti e le anime dei beati (ignes). Il prefisso ὑπέρ-super fa riferimento all'eminenza e trascendenza divina, e quindi a una ‛ superiorità ' di ordine ontologico, anche se non è da escludere che in contesto liturgico (tale è quello dantesco), che utilizza un linguaggio figurale, esso implichi un riferimento a un'illuminazione ‛ dall'alto '. Cfr. ps. Dionigi Areopagita Div. Nom. V 6 (transl. Sarraceni): [la bontà divina] " lumen intelligibile dicitur, quod est super omne lumen bonum, sicut radius funtanus et supermanans luminis effusio, omnem supermundanam et circamundanam mentem ex plenitudine ipsius illuminans et intellectuales ipsarum totas virtutes renovans et omnes excedens, eo quod superextendatur, et omnia comprehendens eo quod superiaceat; et simpliciter omnem illuminativae virtutis dominationem sicut principaliter lucens et superlucens, in seipsa coassumens et superhabens et praebens et intellectualia et rationalia omnia congregans et indestructibilia faciens ".