MOESIA, Superior et inferior
Province romane della regione danubiano-balcanica. All'anno 86 risale il provvedimento domizianeo della costituzione delle due province mesiche: la Superior comprendente essenzialmente il bacino del Margus (Morava), abitato dalle genti dei Dardani, dei Picenses e dei Tricornenses, e il terreno attorno al fiume Timacus (Timok) e sin quasi al Ciabrus (Cibrica) verso levante, sulla sponda destra del Danubio, là ove erano collocate le tribù dei Moesi, dai quali presero nome le province; la provincia Inferior, sita ad oriente della prima, era limitata a settentrione dal corso del Danubio sino all'amplissimo delta sul Ponto Eusino, e a mezzogiorno dalla catena balcanica dello Haemus (Stara Planina). In realtà da questo lato il confine con la Tracia fu più volte modificato, e fu portato alla linea displuviale solo nel III secolo. Abitavano la provincia inferiore i Triballi (che per qualche tempo comparvero nelle titolature magistratuali della provincia), i Dimenses, gli Usdicenses, gli Apiarenses, gli Obulenses, i Crobyzi.
I Romani ebbero i primi interessi nel territorio mesico nei primi decennî del sec. a. C., penetrandovi dalla Macedonia e dall'Irnrico: a questa ultima provincia gran parte della M. restò lungo tempo associata per quanto concerneva l'organizzazione doganale. Nell'età di Augusto si creò un comando militare mesico, che da Tiberio fu probabilmente organizzato sullo schema delle amministrazioni provinciali. Le due province furono sempre rette da legati imperiali.
I problemi della sicurezza delle frontiere furono le principali preoccupazioni dell'amministrazione romana, sia - nei primi decenni dell'Impero - verso la Tracia, ma soprattutto verso la Dacia: una flotta fluviale danubiana cooperò alla sicurezza a settentrione, e un limes fortificato protesse il territorio della Dobrugia meridionale. La conquista della Dacia segnò l'apogeo della vita civile in M., cui furono altresì annessi vastissimi territorî transdanubiani, come il suo abbandono ebbe ripercussioni fatali di qua dal Danubio: tra l'altro, si ebbe il distacco dal territorio mesico, nel 275, di una nuova circoscrizione, la Dacia Ripensis. Con l'ordinamento tetrarchico la M. Superior fu distinta in Margensis e Dardania, ed estesa peraltro a settentrione a danno dell'Illirico, e dalla M. Inferior fu distaccata la Scythia. Le prime due province, assieme a gran parte della penisola balcanica, formarono la dioecesis Moesiarum, le altre furono ascritte alla dioecesis Thraciae.
Dalla provincia inferiore dipendevano altresì gli stabilimenti romani di Tyras e di Olbia, nonché altri distaccamenti presidianti la costa settentrionale del Mar Nero di là dal Nistro e la penisola di Crimea, e separati dalla provincia mediante il regno bosporano. Le città greche della costa (Callatis, Dionysopolis, Istrus, Mesambria, Odessus, Tomis) costituirono per lungo tempo la parte più organizzata della M. Inferior. Riunite in un koinòn, esse esercitarono un potente influsso culturale nell'interno, ove la lingua più diffusa - a differenza dell'altra provincia - era il greco. Diversamente nell'interno, come in tutta la M. Superior, unica forma di urbanizzazione fu data dai grandi campi legionarî lungo il Danubio (Noviodunum, Troesmus, Durostorum, Oescus, Ratiaria, Viminacium e Naissus sulla Morava), sorti presso abitati indigeni e rafforzati da colonie flavie, traianee e adrianee. A diverse riprese si tentò la valorizzazione di una già prospera agricoltura. La cittadinanza romana fu concessa gradualmente e assai tardi, alla fine del II sec., e pochi centri, all'infuori di quelli nati dai campi legionari, ricevettero le forme istituzionali dei municipî o la dignità coloniaria. Le comunità civiche locali erano costituite da territoria, retti da quinquennales, o divisi in villae e vici, retti da magistri.
La rete stradale, oltre che lungo i corsi del Danubio e della Moravia e lungo la costa del Ponto Eusino, si sviluppava attraverso i valichi dello Haemus, da Adrianopolis, Philippopolis e Serdica in Tracia verso i traghetti del Danubio e verso il Naissus (Niš). Da questa località lungo il corso della Morava e dall'affluente Angrus (Ibar), partivano le principali vie di comunicazione con l'Illirico e con la Macedonia.
Bibl.: B. Filov, Die Legionen der Provinz Moesia, in Klio, Suppl. VI, 1906; id., The Roman Auxiliary Troops in Moesia, in Mem. Bulgar. Hist. Soc., IV, 1906, pp. 11-71; A. von Premerstein, Die Anfänge der Provinz Moesien, in Öesterr. Jahresh., I, 1908, Beibl., cc. 146 ss.; J. Weiss, Die Dobrudscha im Altertum, Sarajevo 1911; J. Klose, Roms Klientelrandstaaten am Rhein und an der Donau, Breslavia 1934; A. Stein, Die Legaten von Moesien, Diss. Pannon., ser. I, XI, Budapest 1940; A. Mócsy, Untersuchungen zur Geschichte der römischen Provinz Moesia Superior, in Acta Archaeol., XI, 1959, pp. 283-308.
(G. C. Susini)
Iconografia. - La provincia appare raffigurata sotto aspetto femminile, con corta tunica, capelli riuniti in un nodo dietro il collo e con arco e faretra come attributi specifici, su monete del periodo adrianeo.
Incerta l'identificazione di M. su monete di Viminacium del periodo di Gordiano Pio.
Con la didascalia mysia la personificazione appare raffigurata seduta a terra, con il capo appoggiato alla mano destra, con dietro scudo ed elmo, su una moneta di Domiziano proveniente da Creta.
Bibl.: H.Mattingly-Sydenham, The Roman Imperial Coinage, II, Londra 1926, p. 455, n. 903; J. M. C. Toynbee, The Hadrianic School, Cambridge 1934, p. 125, tav. V, n. 20. Moneta di Viminacium: Cat. Greek Coins Brit. Mus., Thrace, p. 15. Moneta cretese: J. N. Svoronos, Numismatique de la Crète Ancienne, Macon 1890, p. 344, n. 59; tav. XXXIV, 19; Th. E. Mionnet, Description de médailles grec. et romaines, II, Parigi 1824, p. 279, i.
(L. Rocchetti)