supplicare
Vale " pregare ", " chiedere con tono di particolare umiltà e fervore "; la persona cui è rivolta la preghiera è sempre indicata mediante il complemento di termine, alla latina: Pd XV 85 Ben supplico io a te, vivo topazio / ...perché mi facci del tuo nome sazio; XXVI 94 divoto quanto posso a te supplìco / perché mi parli (con l'accento spostato, per la rima, come in replìco di VI 91).
La cosa che si desidera ottenere è espressa dal complemento oggetto in XXXIII 25 supplica a te, per grazia, di virtute / tanto, che possa... levarsi / ... verso l'ultima salute.