SUPPURAZIONE
. Significa: produzione di pus. Le tipiche suppurazioni sono tutte microbiche, causate, cioè, da germi (stafilococchi, streptococchi, gonococchi, pneumococchi, meningococchi, colibacillo, bacillo del tifo, bacillo piocianico o del pus blu, ecc.). Ciascuno dei detti microrganismi può agire sia isolatamente, sia in associazione con altri germi (simbiosi batteriche). Vengono anche descritte suppurazioni amicrobiche, o chimiche, non provocate cioè da microrganismi, ma da sostanze chimiche irritanti (preparati mercuriali, trementina, olio di croton, petrolio). Queste suppurazioni, però, differiscono dalle tipiche suppurazioni microbiche anzitutto perché la sostanza chimica, a differenza della tossina microbica, agisce sempre in un certo grado di concentrazione, per il suo potere irritante, caustico, e, inoltre, perché questa azione presto si esaurisce, donde l'arresto di evoluzione del processo. Lo stimolo batterico, invece, essendo costituito da agenti viventi, si moltiplica e si diffonde, infettando anche i tessuti sani, e dando luogo a manifestazioni generali, fra cui caratteristica la febbre suppurativa (v. ascesso). La suppurazione potrà rendersi apprezzabile dopo 36-48 ore, se il processo infiammatorio è superficiale, come, per esempio, nel foruncolo; dopo 4-5 giorni se profondo. All'esame del sangue si riscontra un notevolissimo aumento dei globuli bianchi che da 3000-4000 possono raggiungere e superare i 25.000-35.000, specialmente dei polinucleati, di quelle cellule, cioè, che l'organismo mobilita in enorme quantità, da tutti i suoi organi e tessuti, per lanciarli là dove si svolge la lotta con i germi piogeni (leucocitosi o polinucleosi infiammatoria).
Suppurazioni peridentarie. - Le suppurazioni attorno ai denti partono di solito dall'apice radicolare di un dente a polpa morta, talvolta anche da una tasca gengivale infiammata (v. piorrea alveolare). Il pus si fa strada verso la mucosa della bocca (ascesso sottomucoso, parulide), oppure, più raramente, penetra nella profondità delle parti molli perimascellari (ascesso perimascellare). Nel primo caso, dopo uno o più giorni di dolori prima intensi, poi attenuati, si forma una raccolta purulenta sotto la mucosa dal lato esterno o interno dell'arcata dentaria in corrispondenza del dente malato; spesso segue, dopo altri giorni, la fuoruscita spontanea del pus. Anche queste semplici forme di suppurazione sottomucosa sono spesso accompagnate da edema locale della faccia, particolarmente imponente, sebbene innocuo, nella regione della palpebra inferiore, da ingorgo delle ghiandole del collo e da febbre. Il processo può essere abbreviato con l'incisione dell'ascesso e l'estrazione del dente. Se il dente non viene tempestivamente tolto o curato, residua dalla suppurazione una fistola mucosa che continua a secernere piccole quantità di pus e che può essere il punto di partenza di nuovi attacchi infiammatorî. Dagli ascessi nella regione dei premolari e molari superiori possono originare infiammazioni del seno mascellare.
Negli ascessi perimascellari che partono quasi sempre dai denti inferiori, e particolarmente dal dente del giudizio, l'infiltrazione suppurativa si fa strada, anziché verso la mucosa buccale, verso la cute o progredisce in profondità; la febbre è alta, spesso con impedimento ad aprire la bocca (trisma). Questi ascessi talvolta dànno luogo a infiammazioni croniche nell'osso mascellare che guariscono dopo mesi con eliminazione della parte necrosata (osteomielite); talvolta essi sono accompagnati da gravi complicazioni acute (flemmoni perimascellari) per la propagazione dell'infezione verso i muscoli masticatorî e la faringe (trisma e tonsillite), verso il pavimento della bocca e la laringe (soffocazione), verso i grandi vasi del collo (mediastinite), verso la base del cranio (meningite) o verso le vene della faccia (setticopiemia). In questi casi anche l'immediata estrazione del dente e ampie incisioni non sempre valgono a salvare la vita del paziente.