Sarandon, Susan (nota Susan Abigail Tomalin)
Attrice cinematografica statunitense, nata a New York il 4 ottobre 1946. Interprete di donne determinate, volitive ed emancipate, la S. ha saputo creare, grazie alle sue straordinarie doti recitative, maturate con gli anni, personaggi di grande intensità, come quello della suora attivista impegnata in un ghetto nero di New Orleans nel film Dead man walking (1995; Dead man walking ‒ Condannato a morte) di Tim Robbins (suo marito dal 1988), per il quale ha vinto nel 1996 un Oscar come migliore attrice protagonista.
Primogenita di nove figli, diplomatasi alla Edison High School nel New Jersey, dal 1964 al 1968 frequentò la Catholic University of American Drama School dove conobbe Chris Sarandon, suo marito dal 1968 al 1979. Esordì sugli schermi con Joe (1970; Joe ‒ La guerra del cittadino Joe) di John G. Avildsen, nel ruolo della figlia di un pubblicitario conservatore e razzista. Dopo una piccola parte nel film La mortadella (1971) di Mario Monicelli, venne scritturata da Billy Wilder per The front page (1974; Prima pagina), terzo adattamento della commedia di Ben Hecht e Charles MacArthur. Fu però con il film di produzione inglese The Rocky horror picture show (1975) di Jim Sharman che l'attrice newyorkese si rivelò al pubblico per la sua sensualità ironica e disarmante, dimostrando il suo notevole talento comico nel ruolo di una ragazza ingenua che, durante una notte di temporale, giunge con il suo fidanzato in una casa popolata di ospiti stravaganti e perversi, dove è costretta a liberarsi delle proprie inibizioni. Successivamente è stata una prostituta di Storyville, quartiere a luci rosse di New Orleans, in Pretty baby (1978) di Louis Malle e sempre per il regista francese ha recitato in Atlantic city (1981; Atlantic City U.S.A.) in cui, nella parte di una giovane cameriera perseguitata da due gangster, ha rivelato un ragguardevole talento drammatico, meritando la sua prima nomination all'Oscar.
Dopo la parte stravagante di una fanatica del baseball, matura e affascinante, in Bull Durham (1988; Bull Durham ‒ Un gioco a tre mani) di Ron Shelton, negli anni Novanta ha raggiunto la popolarità grazie a una serie di ruoli che le hanno fatto ottenere altre nominations all'Oscar. Nel 1991, con Thelma & Louise di Ridley Scott, l'attrice ha saputo tratteggiare un'immagine di femminilità emancipata e moderna, connotata da un profondo spirito di ribellione e da un'ironia disperata, disegnando un personaggio che, grazie alla sua caratterizzazione estrema, si è impresso profondamente nell'immaginario del pubblico. Nel successivo Lorenzo's oil (1992; L'olio di Lorenzo), il cui soggetto è basato su una vicenda realmente accaduta, la S. ha dimostrato grande sensibilità nell'accostarsi pudicamente al personaggio doloroso di una madre che, nel tentativo disperato di salvare la vita del figlio, affetto da un morbo genetico mortale, scopre con il marito un rimedio empirico in grado di arrestare il decorso della malattia. La quarta nomination l'ha ottenuta con The client (1994; Il cliente) di Joel Schumacher, nel ruolo di un avvocato grintoso, ma la consacrazione definitiva e indiscussa è giunta nel 1995 con il film, ispirato anch'esso a una storia vera, Dead man walking, tratto dal romanzo autobiografico di H. Prejan, in cui è la suora ostinata e caritatevole che riesce a svegliare la coscienza di un giovane razzista, condannato a morte per stupro e omicidio. Tra le sue interpretazioni successive si ricordano Stepmom (1998; Nemicheamiche) di Chris Columbus, accanto a Julia Roberts, The cradle will rock (1999; Il prezzo della libertà) diretto da Robbins e ambientato nel clima culturale della New York anni Trenta e Anywhere but here (1999; La mia adorabile nemica) del regista Wayne Wang, nel quale ricopre il ruolo difficile di una madre stravagante alle prese con i problemi economici e di convivenza con la figlia adolescente. Nel 2002 ha quindi impersonato nel drammatico Moonlight mile (2002; Moonlight mile ‒ Voglia di ricominciare) di Brad Silberling, in coppia con Dustin Hoffman è, una madre costretta a una dolorosa elaborazione del lutto per la morte accidentale della figlia, e in The banger sisters (2002; Due amiche esplosive) di Bob Dolman, al fianco di Goldie Hawn, un'impeccabile donna dei quartieri alti dal passato turbolento.Impegnata politicamente e socialmente anche nella vita privata, è ambasciatrice dell'UNICEF e si è schierata al fianco delle minoranze nere manifestando per i loro diritti e richiamando l'attenzione, con la sua forte personalità sui loro problemi in numerose occasioni pubbliche.