SUTLEJ (pron. Satleš; il nome del fiume è Ghora dopo la confluenza del Beas; A. T. 93-94)
È fra tutti gli affluenti dell'Indo il più importante, con un corso di 1600 km. dal Tìbet al Panjab. Nel corso inferiore si unisce al Trimab (detto nell'alto corso Jhelum) e, formato con esso il Panjnad, si getta nell'Indo presso Mithankot.
Dove siano con certezza le sorgenti del fiume è tuttora incerto, perché mentre negli anni con precipitazioni abbondanti si considerano tali le acque che sgorgano dai piedi del Ganglung-gangri (30° 24′ N. e 82° 2′ E.), le quali col nome di Tage-tsangpo vanno nel santo lago di Manasarowar (m. 4604), da dove attraverso il Canale Ganga passano nel Rakas-tal, il cui emissario è in comunicazione con l'alto corso del Sutlej, invece negli anni di siccità (p. es. nel 1928, quando la regione è stata visitata dal Rutledge) il canale tra i due laghi è asciutto, l'emissario manca e allora le prime acque del fiume si trovano presso il convento di Döltrschu (Langakabab dei Tibetani). Più a valle il ruscello s'ingrossa con un affluente di maggior portata (ramo di Chuhar), che potrà nel futuro venir considerato come il ramo sorgentifero, nel caso venga troncata per sempre la comunicazione coi grandi laghi tibetani. Il ruscello viene subito dopo ingrossato dalle acque che gli manda la catena di Kailas, mentre il Chonak gli porta quelle del Ladak e il Chuhar, che viene da sud, fa aumentare di molto le portate. Traversa poi antichi bacini lacustri ora prosciugati, deserti e disalberati, dove solo qualche terrazza è irrigata e posta a cultura; la valle del fiume non serve al traffico ed è accompagnata soltanto da un piccolo sentiero. Poi il Sutlej lambe le località di Gyungul (4050 m.) e Totling (3700 m.), nota la prima per un forte, la seconda per un grande convento e come nodo stradale. Poco oltre, a 31° 50′ N. e 78° 45′ E., il fiume raggiunge il punto più settentrionale e riceve le acque dello Spiti, che ha una valle abbastanza frequentata. Con forte pendenza, seguendo la direzione di SO., il fiume percorre per 65 km. una stretta gola che s'allarga e si svasa presso Rampur (m. 914). La pendenza diminuisce, il corso diventa meno rettilineo e presso Bhabaor, evitate le colline di Siwalik, viene raggiunta la pianura. La direzione è ora quella di sud, il corso si divide in molti rami, riceve da destra nuove acque dal Sohar, che viene dal Himālaya, quindi a Rupar fornisce acque al Canale Sirhind, per volgere verso ovest e poi verso SO. e ricevere il Beas, in una zona irrigata temporaneamente dalle acque di piena.
Come si è accennato, le rive orientali della pianura superiore dell'Indo sono irrigate per mezzo del Canale Sirhind, aperto nel 1882, che ha una rete di canali principali di 700 km. e di canali secondarî di 4335 km. Esso si stacca dal Sutlej presso Rupar, bagna Ludhiana, Ferozepore e Patiala, in modo da irrigare perennemente 209 mila ha. nell'India Britannica e 111 mila negli stati vassalli. Ricordiamo infine che nei periodi di piena il fiume è navigabile fino a Ferozepore.