Sutri Comune della prov. di Viterbo (60,9 km2 con 6204 ab. nel 2008). Il centro si trova a 291 m s.l.m. nella depressione tra Cimini e Sabatini. Ortofrutticoltura. Industrie alimentari; lavorazione del tabacco.
S. (lat. Sutrium), piazzaforte etrusca, si stendeva nell’area della cittadina attuale su una collina isolata e scoscesa; contesa al principio del 4° sec. a.C. tra Etruschi e Romani e conquistata da M. Furio Camillo nel 394, divenne colonia latina nel 383; assalita senza successo dagli Etruschi nel 311 e nel 310, fu municipio dopo la guerra sociale e colonia con Augusto. Le vicende di S. continuarono anche in età medievale a essere in gran parte legate alla sua posizione strategica di avamposto di Roma. Occupata temporaneamente da Liutprando, fu restituita al papa (728). L’imperatore Enrico III nel 1046 vi fece convocare il concilio (concilio di S.) dal quale furono deposti i tre papi che si contendevano il soglio pontificio, Gregorio VI, Benedetto IX e Silvestro III e fu eletto Sigieri vescovo di Bamberga, che prese il nome di Clemente II. Nel 1059 Benedetto X, fatto deportare da Ildebrando nel concilio convocato a S., si sottomise a Niccolò II. Nel 1146 vi si rifugiò papa Eugenio III; poi, nel 1244, Innocenzo IV durante la lotta con Federico II. Nel 1435 papa Eugenio IV unì le due diocesi di S. e di Nepi.
Della città romana resta la necropoli con tombe rupestri. Resti di mura a grossi blocchi e due porte sembrano appartenere al 4° sec. a.C. L’anfiteatro, interamente scavato nella roccia (arena di 49 × 40 m) con vomitoria in laterizio, si data al 1° sec. d.C. Numerosi i frammenti di antichi marmi romani incastrati nei muri delle abitazioni. Una chiesetta ipogea della Madonna del Parto, a tre navate con pilastri di tufo, con resti di affreschi dal 13° al 15° sec., era forse in origine un mitreo.