SUTURA
. Termine usato in chirurgia per indicare la riunione delle due labbra di una ferita, sia della pelle sia di qualunque altro tessuto e organo.
La sutura è fatta con fili, che possono essere di materiale riassorbibile e non riassorbibile. I primi sono rappresentati dai fili di catgut; i secondi dai fili di seta, di crine di Firenze e di metallo (ferro, platino, oro, bronzo, alluminio e argento). Per fare la sutura s'adoperano strumenti speciali capaci di passare i fili nel tessuto da suturare, rappresentati dagli aghi, che possono essere: manicati (cioè montati su un manico fisso, che ne permette il maneggio) o semplici, nel qual caso gli aghi possono essere tenuti direttamente dalla mano dell'operatore, o montati su istrumenti speciali, che ne facilitano l'uso, detti port'aghi. Gli aghi possono essere di tipi varî. I più usati sono: a) aghi schiacciati lateralmente, detti di Hagedorn, che sono taglienti solo nel primo tratto del margine iníeriore, e che hanno il vantaggio di dare ferite relativamente piccole, e che perciò sono usati a preferenza per le suture degli organi e tessuti profondi; b) aghi schiacciati sulle facce superiore e inferiore, taglienti nel tratto marginale anteriore, che hanno una grande potenza di penetrazione, ma hanno l'inconveniente di produrre piccole ferite trasversali, che vengono ingrandite con la trazione del filo; per il che non sono usati mai per le suture di tessuti molto delicati, e comunemente il loro uso è limitato alla pelle e tessuti molto resistenti; c) aghi cilindrici, che sono aghi perfettamente arrotondati per tutta la loro estensione, come gli aghi dei sarti, e che non hanno alcun margine tagliente; cosicché essi penetrano solo con la punta, premendo e dilatando i tessuti senza tagliarli; il che è un vantȧggio grandissimo, che compensa la maggiore loro difficoltà di penetrazione e che perciò li fa preferire per le suture dei tessuti delicati, nei quali importa avere un forame molto piccolo, com'è per le suture intestinali e vasali. Le suture si distinguono in: suture perdute, quando i fili non vengono rimossi, na sono destinati o a riassorbirsi (fili di catgut), o a restare per sempre tra i tessuti; e suture temporanee, quando i fili vengono rimossi, dopo il tempo necessario; il che comunemente si fa al 7° giorno. Tutte le suture si possono dividere in due gruppi, cioè: suture continue e suture discontinue, a seconda che s'adopera un solo filo, più o meno lungo, per tutta la sutura, o tante anse distinte quanti i punti che si applicano; il primo gruppo comprende varî tipi, come: la sutura a sopraggitto, a festoni, a zig-zag, ecc.; il secondo gruppo comprende: la sutura a punti staccati, o sutura intercisa, la sutura incavigliata, la sutura ad ansa, o ad U, e altri tipi di sutura meno usati.