SUZDAL'
Città della Russia non lontano da Vladimir, S. si trova nel c.d. anello d'oro, a ca. km 220 a N-E di Mosca.I
l nome, di derivazione ugro-finnica, si riferiva in origine all'area circostante i fiumi Kamenka e Mzara. Nei secc. 10° e 11° si insediarono qui, dalle aree intorno a Smolensk e a Novgorod, i primi coloni slavi, subito assoggettati al principato di Kiev. Con l'annessione della regione tra l'Oka e il Volga, la Rus' Zalesskaja ('dietro i boschi'), ai possedimenti del principe Vsevolod Jaroslavič (m. nel 1093) e di suo figlio Vladimiro II Monomaco (m. nel 1125) si rafforzò il processo di cristianizzazione e di migrazione dei nobili dal S. Nell'ansa del fiume Kamenka, in corrispondenza dell'od. S., venne ricostruita da Vladimiro II Monomaco una corte principesca, a cui si aggiunse, tra il 1101 e il 1120, la cattedrale dell'Assunta (Uspenskij-Sobor), edificata in opera laterizia costantinopolitana a O del palazzo. La dedicazione e la tipologia architettonica della chiesa, a tre navate su sei pilastri, a croce, coperta da cupola, si rifanno al katholikón della laura delle Grotte di Kiev (1073-1078), anche se con dimensioni ridotte.Il figlio di Vladimiro II Monomaco, Jurij Dolgorukij (m. nel 1157), che lottò duramente con l'appoggio dei principi di Galič per ottenere il trono del granducato di Kiev, fondò nella Rus' Zalesskaja numerosi castelli e città e inoltre fortificò a S. l'area del Kreml', ovvero la cittadella, dotandola di fossato, vallo, pareti a palizzata e tre porte turrite in legno. Resta controverso se abbia fatto anche riedificare la cattedrale dell'Assunta, come ritiene Wagner (1980, p. 384); egli stabilì la propria residenza a Kidecša - distante km 5 a E dalla città, non lontano dalla confluenza della Kamenka nel Nerl' - per motivi strategici, ma anche simbolici, in quanto la leggenda lo indicava come accampamento dei principi Glĕb e Boris (Voronin, 1962, p. 195), i primi santi nazionali russi.La chiesa di palazzo (1152), dedicata a Glĕb e Boris, si è conservata parzialmente e, insieme alla cattedrale della Trasfigurazione (1152-1157) a Perejaslavl'-Zalesskij, costituisce il più antico monumento architettonico della regione; essa corrisponde alla semplice tipologia, diffusasi alla metà del sec. 12°, della chiesa cruciforme a cupola su tamburo, con quattro pilastri cruciformi, tripartizione della facciata tramite lesene e timpani semicircolari (sakomari), tre grandi absidi semicilindriche sporgenti e una tribuna per il sovrano nella zona occidentale. L'edificio venne edificato in pietra calcarea da maestri della Galizia, in una muratura costituita da blocchi squadrati a doppia cortina. All'altezza della tribuna, una cornice, composta da un fregio a dentelli intagliato nella pietra e da uno ad archetti e mensole, cinghia la parete tra le lesene, in corrispondenza di un arretramento della muratura. Tale motivo decorativo incornicia anche le absidi, al di sotto del tetto, e in origine anche il tamburo delle cupole. Sui lati occidentale e settentrionale semplici portali strombati privi di timpano conducono nel naós. Al di sotto della tribuna si trovano arcosoli con funzione di sepolture per la famiglia dei principi. Un frammento di affresco della fine del sec. 12° raffigura la sposa di Jurij, una principessa comnena qui sepolta. La chiesa di palazzo venne di nuovo restaurata dopo l'invasione mongolo-tartara e, in seguito a un periodo di decadenza, ricostruita tra il 16° e il 17° secolo.Sotto Vsevolod III (m. nel 1212) il Kreml' di S. venne nuovamente fortificato e sotto il figlio Giorgio, duca di Vladimir (m. nel 1238), nel periodo tra il 1222 e il 1225, la cattedrale - dedicata alla Natività della Vergine in occasione della ricorrenza nel 1225, dal vescovo Simone di Vladimir-S. (Podskalsky, 1982, pp. 159, 164) - venne demolita e ricostruita con dimensioni leggermente maggiori. Tuttavia, la forma dell'edificio del sec. 13° può essere soltanto ipotizzata sulla base delle indagini effettuate da Varganov (1945) e Voronin (1962, pp. 126-141), poiché non solo la parte superiore crollò nel 1445, a causa di un incendio, e venne ricostruita soltanto nel 1528-1533 (in laterizio a partire dalle arcate cieche, con un complesso a cinque cupole) per volontà dello zar Basilio III (m. nel 1533), ma si susseguirono anche ulteriori trasformazioni nei secc. 17° (tribuna, finestre, decorazione pittorica delle pareti e della facciata), 18° e 19° (cupole a cipolla, tetto). Comunque, nella costruzione del sec. 13° venne ripresa la tipologia architettonica peculiare di Kiev: impianto cruciforme, copertura a cupola, tre navate scandite da sei pilastri e concluse da tre absidi. Le fondazioni furono poste ex novo, con uno spostamento dell'asse verso N, e l'edificio venne realizzato in opera muraria di blocchi squadrati a doppia cortina. Le murature sono in pietra tufacea grossolanamente sbozzata, mentre le parti decorate a intaglio sono in calcare. Particolarità di questa costruzione sono la struttura a tre cupole, una possente tribuna occidentale che giunge fino all'incrocio e i tre atri quadrati che trasformano in cruciforme la pianta rettangolare e che sui lati nord e sud si aprivano verso l'interno. L'atrio occidentale era a due piani e ospitava nel muro settentrionale e occidentale le scale d'accesso alla tribuna. Come gli atri, anche le facciate si concludevano presumibilmente con timpani ad arco carenato. Le due cupole laterali si elevavano o al di sopra dei pastophória o al di sopra degli angoli della tribuna; è stata ipotizzata inoltre la presenza di una recinzione d'altare (Voronin, 1962, p. 135).Incassate nel pavimento, al di sotto della tribuna, e negli arcosoli dei muri di fondazione, si trovano le sepolture della famiglia dei principi e della corte vescovile. Qui si sono conservati i resti di una vivace pittura ornamentale fitomorfa, così come, nel diakonikón, due belle figure di santi asceti. I frammenti appartengono agli affreschi con i quali il vescovo Cirillo II fece decorare la cattedrale da artisti in precedenza attivi alla cattedrale di Rostov. Dalla quantità straordinariamente abbondante dell'ornamentazione se ne deduce un'origine russa. Alla metà del sec. 17° e nei secc. 18° e 19° tali dipinti vennero rimaneggiati.L'articolazione della facciata è ottenuta tramite un sistema decorativo di lesene e archi, che, essendo di modesto rilievo, ricorda gli esiti dell'intaglio ligneo. I portali strombati a colonnine degli atri si distinguono per la ricca ornamentazione: di particolare interesse è la riduzione grafica dei capitelli a palmetta e del rilievo del leone nel portale sud. Per la prima volta nella Rus' si trova il motivo delle cornici perlinate. Secondo Voronin (1962, pp. 132, 220), la parte superiore della facciata era stata in origine decorata da un bassorilievo fitomorfo e da un altorilievo dal carattere figurativo, analogamente a quanto avveniva nel programma iconografico della cattedrale di S. Giorgio di Jur'ev Pol'skij (1230-1234); alcune protomi femminili, probabilmente resti di capitelli o della recinzione d'altare, si sono conservate e sono state poste in relazione con la simbologia mariana.Per incarico del vescovo Mitrofan (m. nel 1238) vennero realizzate, negli anni venti e trenta del sec. 13°, le porte figurate dei portali sud e ovest, rivestite di rame dorato, secondo la tecnica della doratura a fuoco ripresa da Bisanzio. Semicolonne rivestite di rame suddividono le gigantesche ante delle porte occidentale e meridionale ciascuna in quattordici campi, pervasi da un'esuberante decorazione fitomorfa. Il programma figurativo della porta occidentale comprende scene cristologiche e mariologiche e anche una delle più antiche immagini dell'Intercessione della Vergine Pokrov (simile alla Vergine Blacherniótissa, con il maphórion aperto a protezione dei fedeli), la cui festività era stata introdotta da Andrej Bogoljubskij (m. nel 1174). La porta meridionale rappresenta le gesta degli arcangeli, soprattutto del condottiero celeste Michele. I motivi iconografici sono mediobizantini, le iscrizioni antico-slave, la tecnica, crisografia sul nero dello sfondo di lacca, è raffinata e lo stile mostra caratteri della prima età paleologa.Alla metà del sec. 14° a S. la sede principale del vescovo venne spostata. Nel 1377 il vescovo di S., Dionisio, commissionò la Lavrent'evskaja letopis ᾽, la cronaca di Laurentios (Gudzij, 1959, pp. 54-58, 234, 255).L'importanza della città crebbe con il sorgere del principato di Nižegorod e con la fondazione di numerosi monasteri, nel corso dei secc. 13° e 14°, davanti alle mura di S., come quelli di Rizpoloženskij, di Troica, di Aleksandr, di Vasilij, di Spaso Evfimskij e di Pokrovskij. Gli originari edifici lignei non si sono però conservati. Per quest'epoca mancano sufficienti testimonianze tali da far parlare di una scuola di pittura di icone propria di Suzdal'. Nel 1392 la città passò al granducato di Mosca e acquistò particolare rilievo con lo zar Basilio III.Nel Suzdal'skij istoriko-chudožestvennyj muz., nel palazzo arcivescovile, oltre agli oggetti d'arte applicata, è conservata una pregevole raccolta di icone della regione di Rostov-S. dei secc. 13° e 17° (Vergine di Maksimovo, 1299; Vergine Umilenie, sec. 14°-15°). Tra queste si trovano anche icone in rilievo (Vergine Umilenie, sec. 14°), encolpi (gemma con S. Michele Arcangelo, sec. 14°) e croci pettorali (Crocifissione con cinque scene di feste, sec. 14°).
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