svellersi
Verbo adoperato una sola volta nella Commedia (ma altrove ‛ avellere ' ‛ disvellere ' ‛ divellere ': v.) e in forma riflessiva: If XII 74, saettando qual anima si svelle / del sangue più che sua colpa sortille.
La singolare energia propria del termine (" strapparsi ", " sradicarsi "), solitamente elusa nelle parafrasi dei commentatori (" si solleva ", " si trae fuori ": Scartazzini-Vandelli, Casini-Barbi, Del Lungo, Sapegno, Chimenz), può essere rapportata allo sforzo di sottrarsi, da parte dell'anima, a un'inderogabile legge di collocazione infernale: " svelle fa rilevare lo sforzo che occorre per strapparsi, anche un poco, di lì: contro la ferrea legge che vi domina " (Grabher); ma già il Tommaseo: " confittavi dalla giustizia eterna ". Il verbo appare come variante di codici antichi (la svelse invece di l'avelle) in Pg I 136; cfr. Scartazzini-Vandelli, e Petrocchi, ad locum.