sventurato
Come aggettivo vale " infelice ", " infausto ": maladetta e sventurata fossa (Pg XIV 51) appare a D. la valle dell'Arno (misera al v. 41), con riferimento soprattutto alla corruzione morale dei suoi abitanti; sventurato (XII 51) è detto l'addornamento (una collana) offerto da Polinice a Erifile e che indusse la donna a far palese il luogo dove il marito Anfiarao si era nascosto per evitare la morte all'assedio di Tebe, provocandone la tragica fine (qui s. vale in particolare " che apporta sventura ").
Sostantivato in Cv IV XXVIII 19 Oh sventurati e male nati, che innanzi volete partirvi d'esta vita sotto lo titolo d'Ortensio che di Catone, dove il secondo termine della dittologia aiuta a precisare il senso del primo.