Fehn, Sverre
Architetto norvegese, nato a Kongsberg il 14 agosto 1924. Laureato nel 1949 alla AHO (Arkitektur Høgskolen i Oslo, Scuola superiore di architettura di Oslo), è considerato uno dei principali esponenti dell'architettura norvegese.
Il suo linguaggio risente sia dell'influenza del suo maestro A. Korsmo, sia della lezione antimonumentale di Le Corbusier, filtrata attraverso la figura di J. Prouvé, presso il quale lavorò a Parigi (1953-54). Determinante nella sua formazione risultò anche la scoperta degli aspetti funzionalisti dell'architettura primitiva dei villaggi nordafricani, dei quali venne a conoscenza nel 1952-53, durante un viaggio in Marocco. Queste influenze hanno prodotto un linguaggio personale in cui il rigore modernista appare stemperato da influenze locali.
Il suo modo di interpretare il paesaggio, le condizioni di luce e ombra e i materiali di cui si compone la sua architettura hanno una stretta relazione con il periodo della sua formazione e con l'adesione, appena laureato, al PAGON (Progressive Arkitekters Gruppe, Oslo, Norge, Gruppo degli architetti progressisti, Oslo, Norvegia), il ramo norvegese dei CIAM (Congrès Internationaux d'Architecture Moderne), il cui proposito era creare un'architettura basata sui principi del Movimento moderno, ma mediata attraverso il linguaggio del proprio Paese. Avviato il proprio studio a Oslo nel 1954, si fece conoscere in patria realizzando, con G. Grung, la casa per anziani di Økern, a Oslo (1952-1955), ispirata all'opera di M. van der Rohe. La notorietà a livello internazionale arrivò con il padiglione norvegese all'Esposizione universale di Bruxelles (1956-1958) e con quello dei Paesi scandinavi nei giardini della Biennale di Venezia (1958-1962), vero manifesto poetico di un'architettura progettata in simbiosi con la natura.
Tra le sue realizzazioni, presenti quasi esclusivamente in terra norvegese, si distinguono, in particolare, le architetture espositive come il Museo della cattedrale di Hamar (1967-1979), concepito come un percorso sospeso attraverso i ruderi medievali; il Museo dei ghiacciai di Fjærland (1989-1991), divenuto parte integrante del paesaggio circostante con le sue superfici in cemento bianco che richiamano le rocce delle montagne; il Museo Aukrust ad Alvdal (1993-1995), sede della raccolta delle opere del pittore K. Aukrust; il Centro Ivar Aasen a Ørsta (1996-2000) e il Museo norvegese della fotografia a Horten (1997-2001), realizzato all'interno di un deposito del 18° secolo. Numerosi sono in Norvegia anche i suoi progetti di residenze private, tra i quali: casa Schreiner (Oslo, 1959-1963), casa Underland (Ski, 1960-1962), casa A. Bodker (Oslo, 1961-1965), villa Skagestad (Oslo, 1962-1964), casa C. Bodker (Oslo, 1965-1967), casa Sparre (Skedsmo, 1967-1969), villa Kise (Skien, 1987-1990) e villa Busk (Bamble, 1987-1990), dichiarata monumento nazionale.
F. è stato professore alla AHO (1971-1995) ed è stato invitato dalle principali istituzioni universitarie europee e statunitensi, oltre a essere membro delle Accademie delle scienze di Danimarca e Svezia. Tra i premi conseguiti vi sono la Grande médaille d'or d'architecture (Parigi, 1993), la Heinrich-Tessenow-Medaille (Hannover, 1997), la Grosch Medal (Oslo, 2001) e il Pritzker Prize (Chicago, 1997), massimo riconoscimento internazionale per l'architettura.
bibliografia
P.O. Fjeld, Sverre Fehn: the thought of construction, New York 1983.
Sverre Fehn. The poetry of the straight line/Den rette linjes poesi, Museum of Finnish Architecture/Suomen Rakkennustaiteen Museo, Helsinki 1992 (catalogo della mostra).
N. Flora, P. Giardiello, R. Guadalupi et al., Sverre Fehn: architetto del paese dalle ombre lunghe, Napoli 1993.
Sverre Fehn: opera completa, a cura di C. Norberg-Schulz, G. Postiglione, Milano 1997.
Sverre Fehn: above and below the orizon, ed. N. Yoshida, Tokyo 1999.
Sverre Fehn, architekt, hrsg. A. Stiller, Salzburg 2001.