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SVIZZERA

di C. Jäggi - Enciclopedia dell' Arte Medievale (2000)
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SVIZZERA

C. Jäggi

(lat. Helvetia; franc. Suisse; ted. Schweiz)

Stato interno dell'Europa sudoccidentale, confinante a N con la Germania, a E con l'Austria e il Liechtenstein, a S-E e a S con l'Italia, a O con la Francia. Dal 1848 la S. è una federazione di stati costituita da venti cantoni e sei semicantoni, con capitale Berna.Dal punto di vista geologico e topografico, la S. si divide in tre grandi territori naturali: il Giura a O e a N-O, il Mittelland, a S del primo, tra il lago di Ginevra e quello di Costanza, e infine, ancora più a S, le Alpi. Alla suddivisione geomorfologica della regione corrisponde l'appartenenza culturale delle singole aree ad ambiti diversi per lingua e per cultura. Così per l'epoca premoderna il Mittelland orientale presenta in genere molte analogie con l'area della Germania meridionale, mentre la S. nordoccidentale, con Basilea, è, dal punto di vista artistico, da ricondurre all'area dell'Alto Reno. A loro volta il Mittelland occidentale e il Giura dal punto di vista culturale furono sempre legati alle regioni orientali della Francia. Il Ticino e le valli meridionali, ma anche la S. centrale (regione del lago di Thun), in epoca romanica furono in genere sotto l'influenza dell'Italia settentrionale. Il Vallese mostra invece legami sia con l'area circostante il lago di Ginevra e quindi con la Borgogna sia anche con l'Italia settentrionale, mentre nei Grigioni da sempre si intrecciano in maniera proficua influssi norditaliani, nordalpini e tirolesi.Tale suddivisione culturale ha le sue radici già in epoca romana; anche se all'epoca l'area dell'od. S. era sottoposta a un'unica sovranità politica, tuttavia le singole aree territoriali erano divise in distinte unità amministrative, circostanza che in epoca tardoantica, con la ripresa della suddivisione romana in province da parte dell'amministrazione ecclesiastica, ebbe ripercussioni anche sotto il profilo della politica della Chiesa. Così all'inizio del sec. 4° la S. centrale e quella occidentale erano comprese nella Provincia Maxima Sequanorum, che corrispondeva alla diocesi di Besançon. Ginevra faceva parte della Provincia Viennensis e quindi dell'arcidiocesi di Vienne, mentre la S. orientale con i Grigioni e il Ticino settentrionale alla Provincia Raetia Prima, sottoposta al metropolita di Milano. Anche il Vallese, come parte delle Alpes Graiae et Poenninae, dipendeva dalla diocesi di Milano, mentre il Sottoceneri e il Bergell appartenevano, sia politicamente sia per l'amministrazione ecclesiastica, da Como. È singolare il fatto che nessuno dei citati centri amministrativi politici o ecclesiastici fosse situato nell'area dell'od. Svizzera.Tale situazione non mutò nemmeno nel sec. 6°, quando una buona parte della S. - a eccezione del Ticino, che intorno al 590 cadde sotto il dominio longobardo - entrò a far parte del regno franco e sotto Carlo Magno venne strettamente inserita nella politica dell'impero. Carlo si preoccupò - anche per motivi strategici - soprattutto delle grandi abbazie in corrispondenza dei passi alpini (Müstair nei Grigioni; Saint-Maurice nel Vallese). In occasione della divisione dell'impero avvenuta tra i figli di Ludovico il Pio (m. nell'840) con il trattato di Verdun dell'843, le parti orientali della regione andarono al regno dei Franchi orientali di Ludovico il Germanico (m. nell'876), che nel sec. 10° divenne impero germanico; il potere concreto era d'altra parte sempre di più nelle mani dei nobili locali, tra i quali nell'area della S. settentrionale i più importanti erano i duchi di Svevia. Con lo stesso trattato la S. occidentale entrò invece a far parte dei territori centrali dell'impero, assegnati a Lotario (m. nell'855); dopo la caduta del regno centrale nell'888 essa fu inglobata nel regno dell'Alta Borgogna, ma con l'estinzione della casa dei Rudolfingi poco dopo il Mille anche quest'area passò al Sacro impero germanico.Accanto ai vescovi e ai grandi monasteri nonché alle varie dinastie familiari che esercitavano la propria sovranità sulla regione, quali quelle dei Lenzburger, degli Zähringer e dei Kyburger, il cui potere è espresso ancor oggi da imponenti fortezze, anche le città acquistarono, a partire dal sec. 12°, sempre maggiore importanza. Intorno al 1300 si moltiplicarono i conflitti tra i già citati piccoli signori e il protettorato asburgico-austriaco, ma anche tra le istituzioni religiose e le città. In quell'epoca si formò, nella parte interna della S., una serie di leghe che avevano come scopo la salvaguardia della pace, ma anche, d'altro canto, il sostegno in caso di guerra. È noto soprattutto il Landfriedensbund stipulato nel 1291 tra Uri, Schwyz e Unterwalden, che fino a poco tempo fa era considerato il momento ufficiale della nascita della S.; a tale lega (c.d. Confederazione delle otto località) aderirono, fino al 1352, Berna, Lucerna, Zurigo, Zug e Glarona, nel 1481 anche Friburgo e Solothurn. Conflitti di interesse tra i singoli membri della lega, così come tensioni tra città e campagna, tra dominatori e dominati, condussero tuttavia nel sec. 15° a gravi crisi, che culminarono nelle guerre di Borgogna (1474-1477) e nella guerra di Svevia (1499).Già nel sec. 4° si possono individuare nella S. le prime testimonianze monumentali del cristianesimo. Nel 346 è documentato un episcopus Rauricorum con sede a Kaiseraugst presso Basilea e nel 381 è nominato un Teodoro vescovo di Octodurus/Martigny nel Vallese (Mansi, III, col. 599). Anche Ginevra e Coira sono citate come sedi vescovili già in epoca paleocristiana. In tutti questi casi le indagini archeologiche hanno individuato le cattedrali corrispondenti. Anche al di fuori dei centri ecclesiastici tuttavia nei secc. 4°-6° sorsero numerose chiese soprattutto lungo i grandi assi viari (estremità meridionale del Giura, area del lago di Ginevra, valli del Rodano e del Reno). Accanto a importanti chiese cimiteriali paleocristiane, come quella di Sous-le-Scex a Sion, sono da citare le cellae memoriae o martyria, come St. Stephan di Solothurn e St. Verena a Zurzach, e inoltre pievi (Zurzach, chiesa del castello; Zillis; Glis nel Vallese), che nella maggior parte dei casi disponevano di un relativo battistero, tra i quali può essere citato come maggiore esempio per la S. quello di Riva San Vitale nel Ticino. Anche i primi monasteri (Romainmôtier; Saint-Maurice nel Vallese) hanno la loro origine in quell'epoca.Nella S. nordorientale e centrale si ebbe una completa cristianizzazione soltanto nel'Alto Medioevo (secc. 7°-9°), quando numerosi proprietari fondarono nei propri territori le c.d. Eigenkirchen, chiese private che nel corso del tempo divennero delle parrocchiali, come può vedersi per es. a Zofingen, a Bülach, a Tuggen, a Einigen e a Spiez. I più importanti centri di produzione artistica del Medioevo furono tuttavia le grandi abbazie come Moutier-Grandval, San Gallo, Müstair e Disentis nei Grigioni, o Pfäfers, della cui antica attività culturale costituiscono ancor oggi testimonianza ricchi tesori ecclesiastici con importanti manoscritti, avori, opere di oreficeria e alcuni rari resti monumentali, come il ciclo di affreschi carolingi a Müstair oppure le figure a stucco di Disentis.La situazione delle testimonianze artistiche migliora in una certa misura per il Medioevo maturo. Nel tardo sec. 10° e nell'11° furono soprattutto gli Ordini riformati a lasciare importanti opere architettoniche; vanno citati in questa sede i priorati cluniacensi di Romainmôtier, Payerne e Rüeggisberg, che sono da porre in relazione dal punto di vista formale con gli analoghi esempi borgognoni, oppure le chiese dei monasteri di Allerheiligen a Sciaffusa e Wagenhausen, erette nello spirito della riforma di Hirsau. In relazione allo sviluppo delle città nel sec. 12°, in numerose località le antiche cattedrali vennero sostituite da nuovi edifici, che già rappresentano il momento di passaggio al Gotico, come avviene per es. a Basilea e a Ginevra. Le parti orientali della S. opposero una resistenza maggiore all'accettazione delle forme gotiche 'alla moda', mentre nella S. occidentale, con le collegiate di St. Ursanne, di Neuchâtel, della Valeria di Sion e con la citata cattedrale di Ginevra, sorsero numerosi edifici che mostrano uno stile composito, con elementi formali sia romanici sia gotici. Capolavoro indiscusso della prima epoca gotica è tuttavia la cattedrale di Losanna, la quale, con il suo portail peint e con il suo rosone occidentale, conserva ancora testimonianze significative della decorazione originaria. Al diffondersi del patrimonio formale gotico contribuirono però in ampia misura, oltre alle cattedrali, anche gli edifici cistercensi (per es. Bonmont o Hauterive) e, dal sec. 13°, quelli dei numerosi Ordini mendicanti delle grandi città (Zurigo, Basilea).In epoca tardogotica si deve osservare una vera e propria esplosione dell'attività architettonica, che si manifesta in innumerevoli ricostruzioni di chiese parrocchiali (Winterthur, Zug, San Gallo), coronata dalla ricostruzione del duomo di Berna. Come peculiare prodotto del Tardo Gotico della S. sono inoltre da citare numerose cronache figurate, che rappresentano un singolare documento per la storia della S. nel Tardo Medioevo.

Bibl.: Die Kunstdenkmäler der Schweiz, Basel 1927ss.; J. Gantner, A. Reinle, Kunstgeschichte der Schweiz, 4 voll. in 5 t., Frauenfeld-Leipzig 1936-1968; Kunstführer durch die Schweiz, a cura di H. Jenny, 3 voll., Wabern 1972-1981⁵; Corpus Inscriptionum Medii Aevi Helvetiae, a cura di C. Pfaff, I, Freiburg 1977; W. Meyer, E. Widmer, Das grosse Burgenbuch der Schweiz, Zürich 1977; H.R. Sennhauser, Kirchen und Klöster, in Ur- und frühgeschichtliche Archäologie der Schweiz, VI, Basel 1979, pp. 133-148; Bibliographie zur Schweizer Kunst, Zürich 1980ss.; Handbuch der Schweizer Geschichte, 2 voll., Zürich 1980; H. Horat, Sakrale Bauten (Ars Helvetica, 3), Disentis 1988; C. Eggenberger, D. Eggenberger, Malerei des Mittelalters (Ars Helvetica, 5), Disentis 1989; Zisterzienserbauten in der Schweiz. Neue Forschungsergebnisse zur Archäologie und Kunstgeschichte, 2 voll., Zürich 1990; Vorromanische Kirchenbauten. Katalog der Denkmäler bis zum Ausgang der Ottonen, a cura di W. Jacobsen, L. Schaefer, H.R. Sennhauser (Veröffentlichungen des Zentralinstituts für Kunstgeschichte in München, 3), 2 voll., München 1990-19912; P.A. Jaccard, Skulptur (Ars Helvetica, 7), Disentis 1992; Ökumenische Kirchengeschichte der Schweiz, Freiburg-Basel 1994; H.R. Meier, Romanische Schweiz, Würzburg 1996; Die Schweiz zwischen Antike und Mittelalter. Archäologie und Geschichte des 4.-9. Jahrhunderts, Zürich 1996.C. Jäggi

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