RICHTER, Svjatoslav Teofilovič (App. III, ii, p. 610)
) Pianista ucraino, morto a Mosca il 1° agosto 1997. Fu legato da amicizia a S. Prokof´ev, di cui presentò in prima esecuzione assoluta le Sonate nr. 6, 7 e 9 (quest'ultima a lui dedicata), nonché - nella veste di direttore - la Sinfonia concertante per violoncello e orchestra (1952). Dopo essersi affermato in Unione Sovietica e nei paesi dell'Europa orientale, nel 1960 debuttò negli Stati Uniti e subito dopo nel resto d'Europa, suscitando ovunque grande entusiasmo.
Ospite dei Festival di Aldeburgh e di Spoleto, fu tra gli ideatori, nel 1964, delle Fêtes musicales di Grange de Meslay (Tours). Accanto all'attività solistica si dedicò anche alla musica da camera collaborando con altri grandi artisti tra i quali si ricordano M. Rostropovič, D. Ojstrach, O. Kagan, E. Schwarzkopf, D. Fischer-Dieskau, il Quartetto Borodin. Curò inoltre la regia teatrale di alcune opere di B. Britten rappresentate per la prima volta in Unione Sovietica. Decorato dell'Ordine di Lenin nel 1965, R. ricevette nel 1979 il premio UNESCO per la musica.
Un repertorio estesissimo e inconsueto - documentato da una vasta produzione discografica e ulteriormente ampliato fino agli ultimi anni di attività - ha permesso a R. di dominare l'intera civiltà musicale europea da Bach (incisione integrale del Wohltemperierte Klavier) e Haydn (Sonate) fino a Webern. Particolarmente significative le interpretazioni del repertorio romantico, soprattutto di Schubert (Wanderer-Fantasie), Schumann (Studi sinfonici, Fantasia), Brahms (Concerto nr. 2; Sonate nr. 1 e 2; Variazioni su tema di Händel e di Paganini), Liszt (Concerti), di alcune pagine di Ravel e Debussy (Images), e di autori russi, da M.P. Musorgskij (Quadri da un'esposizione) e A.N. Skrjabin a S.V. Rachmaninov (Concerti, Études-Tableaux), fino a D.D. Šostakovič.
Artista completo dotato di una tecnica virtuosistica quasi 'sperimentale', che gli ha consentito di raggiungere una straordinaria libertà interpretativa e di esplorare un'intera gamma di nuove sonorità, R. è considerato per originalità e profondità d'introspezione il più grande pianista della sua generazione. Suoi scritti sono stati raccolti in traduzione italiana nel volume Genio e regolatezza. Conversazioni sulla musica (a cura di J.I. Milstein, 1998).
Bibl.:W.J. Delson, Svjatoslav Richter, Moskwa 1961; G. Egert, Svjatoslav Richter, Berlin 1966; M. Jurík, Svjatoslav Richter, Praha 1974; P. Rattalino, Da Clementi a Pollini, Firenze 1983, pp. 320-35; G.M. Cypin, Svjatoslav Richter: tvorčeskij portret, Moskva 1987³; P. Rattalino, Pianisti e fortisti, Firenze 1990, pp. 311-30; V. Čemberdži, V putešestvii so Svjatoslavom Richterom, Moskva 1993 (trad. it. In viaggio con S. Richter, Milano 1994).