SWAZILAND
(XXXIII, p. 118; App. III, II, p. 887; IV, III, p. 570)
Al censimento del 1986 la popolazione era di 681.059 ab., saliti a circa 823.000 a una stima del 1992; il coefficiente di accrescimento annuo nel periodo è stato del 3,3%. La densità media è di 44,2 ab./km2; le aree più popolate sono quelle del Middleveld centrale e meridionale, dove si superano i 60 ab./km2. La popolazione urbana rappresenta circa il 33,1% del totale (1990); i maggiori centri sono la capitale Mbabane (38.290 ab. nel 1986) e Manzini (52.000 ab.).
Lo S., se si tiene conto del livello del prodotto nazionale lordo pro capite (1080 dollari USA nel 1992), è un paese relativamente ricco: infatti, favorito dal clima, specie per quanto riguarda le precipitazioni, ha un discreto settore agricolo, conta su giacimenti minerari e possiede un'industria manifatturiera abbastanza sviluppata, che partecipa per circa il 41,6% (1992) alla formazione del prodotto interno lordo. Tra tutti i settori economici l'agricoltura rimane l'attività fondamentale, occupando il 64,6% della popolazione attiva, e fornisce la maggior parte dei prodotti da esportazione. Colture principali sono la canna da zucchero (5 milioni di q di zucchero nel 1992), il cotone e il tabacco; al consumo interno sono destinati mais (1.530.000 q), sorgo (50.000 q), riso (30.000 q) e patate dolci (40.000 q). Tradizionalmente importante è l'allevamento del bestiame, favorito dall'estensione dei prati e pascoli, che coprono il 68,2% della superficie territoriale; prevalgono i bovini (753.000 capi), seguiti dai caprini (406.000) e dai volatili da cortile (oltre 1 milione). Dallo sfruttamento delle risorse forestali si sono ottenuti 2.223.000 m3 di legname nel 1991, in parte lavorato localmente, in parte esportato. Il sottosuolo fornisce amianto (32.300 t nel 1992), oro, diamanti, stagno, carbone (100.220 t); vi sono, inoltre, riserve di caolino, talco e minerali di ferro.
Modesta è la produzione di energia elettrica (570 milioni di kWh nel 1992), che viene importata dal Sudafrica. Questa carenza di produzione interna di energia rappresenta un notevole ostacolo allo sviluppo industriale del paese, che pure negli ultimi anni ha conosciuto un discreto incremento produttivo. Le principali branche manifatturiere sono quelle alimentari, tessili e della lavorazione del legno. La rete stradale raggiunge appena i 2800 km. La rete ferroviaria è rappresentata da un'importante linea (lunga 370 km), che, partendo dal centro minerario di Ngwenya, presso Mbabane, attraversa tutto il paese e, proseguendo oltre i confini, si collega con la rete ferroviaria del Mozambico fino al porto di Maputo, naturale sbocco sul mare dello Swaziland. Un'altra piccola tratta ferroviaria (93 km) si raccorda, invece, a Lavusima con le linee sudafricane attraverso le quali giunge fino ai porti di Durban e di Richards Bay. Principale aeroporto è quello di Matsapa, presso Manzini.
La bilancia commerciale presenta un pesante deficit: il paese esporta zucchero, polpa di legno, amianto, frutta, mentre importa macchinari e mezzi di trasporto, prodotti alimentari, combustibili. Gli scambi avvengono soprattutto con la Repubblica Sudafricana e il Regno Unito.
Bibl.: A. de Coquereaumont-Gruget, Le royaume de Swaziland, Parigi 1992; L.-C. Rose, The politics of harmony: land dispute strategies in Swaziland, Cambridge 1992; B. Radibati, Swaziland today: law and politics under King Mswati II, in L'année africaine 1992-1993, Bordeaux 1993.
Storia. - La vita politica del piccolo stato etnico, sempre fortemente dipendente sul piano economico e finanziario dal Sudafrica, è dominata dagli intrighi all'interno della ristretta cerchia della famiglia regnante, che è divisa in fazioni rivali, equivalenti a veri e propri ''partiti''. I contrasti si sono fatti dirompenti ed espliciti dopo la morte del vecchio re Sobhuza ii, avvenuta il 21 agosto 1982. Sobhuza aveva regnato dal 1921 ed era stato il sovrano assoluto dall'indipendenza nel 1968. La struttura di governo sancita dalla Costituzione promulgata nel 1978 ricalca il sistema tradizionale: il Parlamento, bicamerale, è in parte eletto dalle comunità tribali e in parte nominato dal re, ma ha comunque solo poteri consultivi. Le elezioni (le ultime nel settembre-ottobre 1993) si svolgono su base non partitica (un deputato per ogni assemblea tradizionale). Il potere effettivo fino al 1986 era gestito, oltre che dal re, dal Liqoqo, il Consiglio supremo dello stato in cui sedevano alti dignitari swazi, poi dissolto.
La lotta per la successione, che vide la deposizione della regina madre Dzeliwe e una serie di cospirazioni ad opera dei principali contendenti, fu decisa con la designazione del secondo più giovane figlio di Sobhuza, principe Makhosetive, nato nel 1968 dalla regina Ntombi, che fu incoronato re con il titolo di Mswati iii il 25 aprile 1986, pur non avendo ancora l'età prescritta di 21 anni. La tendenza che s'impose fu quella più tradizionalista, ma il giovane re, che ha studiato in Europa, ha mostrato di voler limitare gli abusi dell'amministrazione e la corruzione. La corte gestisce anche i fondi nazionali che servono ad assicurare la proprietà delle terre e lo sfruttamento delle miniere.
Nel 1984 fu definitivamente abbandonato il progetto di staccare dal territorio sudafricano e annettere allo S. l'intero KaNgwane, il bantustan riservato al popolo Swazi, e una regione del KwaZulu come via di accesso al mare. Lo S. rivelò nel 1984 che due anni prima Sobhuza aveva sottoscritto un trattato segreto di sicurezza con il Sudafrica, che lo impegnava direttamente alla repressione del movimento antirazzista; forze armate sudafricane compirono ripetutamente azioni entro i confini dello S. contro basi o esponenti dell'African National Congress, e solo nel 1986 il governo protestò per queste violazioni della sua sovranità. L'intensificarsi della guerra in Mozambico aumentò la vulnerabilità dello S. anche su quel versante. La pacificazione in tutta l'Africa australe e la fine dell'apartheid fanno prevedere anche per lo S. una stagione di maggiore tranquillità, anche se il sistema politico, giudicato poco democratico, è ormai oggetto di un'aperta opposizione.
Bibl.: B. Nyeko, Swaziland, Oxford 1982; A.R. Booth, Swaziland. Tradition and change in a Southern African kingdom, Hampshire 1983; R. Davies, D. O'Meara, S. Dlamini, The kingdom of Swaziland, Londra 1985.