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SMITH, Sydney

di Mario Praz - Enciclopedia Italiana (1936)
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SMITH, Sydney

Mario Praz

Sacerdote anglicano e polemista liberale, nato il 3 giugno 1771 a Woodford (Essex), morto il 22 febbraio 1845 a Londra. Educato a Winchester e a New College, Oxford, risiedette per qualche tempo come precettore a Edimburgo, dove strinse amicizia con Francis Jeffrey e Henry Peter Brougham e con essi fondò la Edinburgh Review nel 1802. Nel 1803 venne a Londra, fece conferenze di filosofia morale alla Royal Institution, e brillò tra i whig che frequentavano Holland House (il famoso salotto politico, letterario e artistico di Kensington): in lui trova espressione la quintessenza dello spirito whig, fatto di moderazione, di concreta visione delle questioni, di liberalismo individualista. Nel 1807 pubblicò le Letters of Peter Plymley, ove, sotto la finzione epistolare, caldeggiava l'emancipazione dei cattolici, e con buon senso e umorismo controbatteva la tesi avversaria, pur mettendo in ridicolo quello che egli chiamava il nonsense della religione cattolica. È l'arte polemica di Swift, addolcita e resa anodina da uno spirito liberale: nell'ordinaria conversazione lo S. era famoso per l'umore faceto ed esuberante, di cui dava prova anche nelle recensioni e nelle lettere. Ebbe due cure, la prima a Foston nello Yorkshire, la seconda a Combe-Florey nel Somerset; nel 1831 divenne canonico di S. Paolo a Londra.

Bibl.: O. Burdett, The Rev. S. S., Londra 1934; H. Pearson, The Smith of Smiths. Being the Life, Wit, and Humour of S. S., Londra 1934; A. Chevrillon, S. S. et la renaissance des idées libérales en Angleterre, Parigi 1894.

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