LÉVI, Sylvain
Indianista, nato a Parigi il 28 marzo 1863. Ebbe a maestri il Bergaigne e l'Hauvette-Besnault. Dottore in lettere nel 1890, ottenne fin dal 1894 la cattedra di professore al Collège de France.
La sua attività si rivolse dapprima a campi diversi dell'indologia, per raccogliersi poi con particolare intensità sullo studio del buddhismo e sull'interpretazione dei testi composti in tocario, o per dire meglio, in quella varietà di tocario che egli denominò kuceano. Rientrano nel primo periodo: Étude sur la Bṛhatkathāmañjarī (Journal Asiatique, 1885-86); Le théâtre indien (1890) che fondò la sua fama di critico e di studioso; La doctrine du sacrifice dans les Brāhmaṇas (1898); Le Népal (voll. 3, I-II, 1905; III, 1908), oltre ad articoli sparsi in varie riviste. Concentrato poi il suo interesse sullo studio del buddhismo e dei problemi connessi, egli pubblicò una serie di articoli e di volumi, tutti di notevole valore. Vanno poste in particolare rilievo le sue edizioni di testi e le sue traduzioni, oltre agli studî linguistici sui documenti buddhistici in tocario. Ricordiamo, del primo gruppo: Le Mahāyāna Sūtrālaṃkāra (voll. 2, 1907-11); Un système de philosophie bouddhique (1932, in parziale collaborazione con E. Chavannes); Le Mahākarmavibhanga et Karmauibhangopadeśa (1932); Matériaux japonais pour l'étude du Bouddhisme (1927). I suoi contributi all'interpretazione del tocario (alcuni in collaborazione con A. Meillet) sono apparsi, a varî intervalli, nel Journal Asiatique e nei Mémoires de la Société de linguistique de Paris. Il libro L'Inde et le monde (1926), destinato al gran pubblico, merita di essere letto da ogni persona colta.