tabagismo
Uso abituale e prolungato di tabacco (in genere da fumo), associato a un insieme di alterazioni organiche e funzionali, più o meno gravi a seconda della quantità consumata, dovute sia alla nicotina e ad altre sostanze presenti nel tabacco, sia ai prodotti di combustione del tabacco stesso, degli additivi usati per la sua concia e della carta delle sigarette. Tali alterazioni comprendono disturbi cardiocircolatori, respiratori, gastrointestinali e nervosi e, particolarmente grave, aumento del rischio di tumori, soprattutto di quelli polmonari. Il t. è una delle dipendenze patologiche più comuni (➔ dipendenza, tolleranza, sensibilizzazione). Il t. acuto, di osservazione eccezionale, si produce per assorbimento eccessivo dei tossici del tabacco, o ancora più di rado per azione della nicotina pura. I sintomi sono quelli dapprima di un’eccitazione e quindi di una paralisi di alcuni distretti nervosi, specie di quelli del sistema parasimpatico e simpatico, su cui la nicotina esercita la sua azione biologica. Si hanno quindi nausea, vomito, salivazione, vertigini, faringite, miosi, sudori, bradicardia e poi tachicardia, frequenti soprattutto nei fumatori principianti. In casi più gravi si hanno diarrea, tremori, debolezza muscolare, midriasi, ipotensione, talora disturbi della coscienza, convulsioni, ecc. Per lo più in qualche giorno il quadro morboso si dilegua completamente; eccezionalmente, e quasi soltanto nei casi di somministrazione diretta di nicotina, termina con la morte. Il quadro del t. cronico è piuttosto variabile sia nel numero sia nella gravità dei fenomeni morbosi, in rapporto non solo all’entità dell’intossicazione, ma anche alla predisposizione individuale.